
Vigili del fuoco
Vigevano (Pavia), 2 marzo 2020 - Terrore , ieri, lungo le sponde del torrente Taverone. Sergio Rosati, un canoista di 66 anni, è caduto in acqua e non è stato ancora ritrovato. Da ieri pomeriggio la zona è setacciata dai Vigili del fuoco e dai volontari di Aulla, Massa e di Carrara, dai carabini, volontari del Soccorso Alpino che sono partiti dalla zona più alta e sono scesi verso la confluenza con il fiume Magra. Per la pioggia che da ieri imperversa nella zona, il torrente è pieno d’acqua e le ricerche non sono ovviamente facili.
E proprio la massa d’acqua ieri ha convinto un gruppo di sette lombardi appassionati di rafting (qualcuno di Brescia, altri di Vigevano) ad affrontare un torrente che solitamente è poco più di un rigagnolo. I sette sono arrivati poco sopra Tavernelle con le auto e hanno visto il torrente. Tre, vedendolo in piena, hanno rinunciato ma due coppie hanno affrontato il Taverone che era ed è ancora, è giusto ripeterlo, in piena con una massa d’acqua impressionante e dal colore marrone per la terra trasportata verso valle. Sono saliti sulle canoe e sono partiti, dandosi appuntamento in un punto molto più a valle. Ma alla Strettoria, il tratto del torrente più pericoloso, dove le sponde si avvicinano e il torrente si alza e aumenta la velocità (una sorta di piccolo canyon, insomma, dove la corrente è fortissima) il dramma. Una delle canoe urta un masso sommerso, si ribalta e colpisce quella che la sta seguendo, dove c’erano il 66enne e un suo amico. Quest’ultimo ha urtato contro un masso, si è infortunato ma alla fine è riuscito ad arrivare a riva insieme agli altri. Il sessantenne no. "Ho visto passare in acqua il suo salvagente, ma lui non c’era", avrebbe detto l’uomo ai soccorritori.
Mentre il ferito veniva trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Pontremoli dove è stato medicato (le sue condizioni non destano preoccupazione) gli altri canoisti andavano a cercare il disperso poco più avanti. Ma al punto convenuto lui non è mai arrivato. Intanto veniva dato l’allarme e sul posto arrivano i pompieri, i carabinieri e i volontari del Soccorso Alpino, ma le ricerche non sono facili. La corrente è forte e il canoista può essere stato trasportato ovunque. Sul posto in serata sono arrivati anche i sommozzatori e l’elicottero “Drago“ dei vigili del fuoco giunto da Genova. Ma col buio le ricerche sono state sospese. Troppo pericoloso perlustrare le sponde del Taverone in piena. Ed è pericoloso anche controllare le sponde del fiume Magra, che è in piena e trasporta verso mare di tutto.