
Pavia, famiglie arcobaleno in festa tra fumogeni, canti e rivendicazioni. Il “serpentone“ in rosa ha fatto tappa in piazza della Vittoria per un flash mob . .
"Sarà difficile diventar grande, prima che lo diventi anche tu. Tu che farai tutte quelle domande, io fingerò di saperne di più". Le note di "A modo mio" sono riecheggiate ieri mattina in piazza della Vittoria cantate dalle famiglie arcobaleno. Colorati, allegri, ma soprattutto pieno d’amore i genitori con i loro bambini hanno cantato e fatto alzare nel cielo fumogeni colorati.
L’occasione, colta da una cinquantina di persone, è stata la festa dell’associazione Famiglie arcobaleno, la rete nata nel 2005 per tutelare i diritti dei genitori omosessuali e dei loro figli.
Il corteo, l’unico della Lombardia per celebrare la Giornata internazionale per l’uguaglianza delle famiglie che ricorre il 4 maggio, ma si festeggia adesso a causa dei ponti dei giorni scorsi è partito da piazza della stazione e ha attraversato il centro. "Quest’anno siamo a Pavia per farci conoscere pr far vedere che i nostri figli sono bambini come tutti, come lo siamo noi - ha detto Maria Elena Mantovani, socia fondatrice dell’associazione nazionale che oggi conta 5mila nuclei associati in Italia, circa 600 in Lombardia e una cinquantina in provincia -. Le nostre famiglie non hanno nulla di speciale, eppure non abbiamo gli stessi diritti degli altri genitori".
Il corteo in rosa ha fatto tappa in piazza della Vittoria per un flash mob e poi si è rimesso in moto per raggiungere i giardini del castello visconteo dove le famiglie hanno consumato un picnic e ne hanno approfittato per giocare con i bambini. Il motto scelto dalla Ifed (International family equality day) per il 2025 è: "Sentiti libero di scegliere il tuo motto, sii creativo e goditi il tempo che trascorri con la tua famiglia e i tuoi amici".
Ma i problemi che i genitori arcobaleno devono affrontare sono diversi: "Il nostro diritto ad essere genitori non è riconosciuto - ha aggiunto Mantovani - Contrariamente a quanto accade alle coppie eterosessuali sposate o conviventi, in Italia il riconoscimento legale dei figli di famiglie omogenitoriali viene discriminato. Dobbiamo andare all’estero per sottoporci alla procreazione assistita e, quando rientriamo soltanto il genitore biologico ha diritti, l’altro rimane senza tutele".