
Gli arresti eseguiti dalla polizia (foto di repertorio)
Broni (Pavia), 24 luglio 2025 – Due fratelli arrestati per “detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, anche in concorso”. I carabinieri della Compagnia di Stradella hanno eseguito mercoledì 23 luglio l'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia: i due fratelli, di Broni, di 44 e 41 anni, sono detenuti nel carcere pavese di Torre del Gallo, in attesa degli interrogatori di garanzia.
"Il presente procedimento penale – spiega la nota dei carabinieri – traeva origine da una diversa attività d'indagine collegata a episodici furti in abitazione nella zona dell'Oltrepò. Le intercettazioni telefoniche corroborate dai servizi effettuati dai militari in abiti civili svolti nel corso delle indagini, tra i mesi di marzo e agosto del 2024, portavano alla luce una continua e consolidata attività illecita di spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina ed hashish che permetteva loro consistenti guadagni giornalieri". Lo spaccio avveniva principalmente nel centro abitato di Broni e in particolare nei pressi di alcuni esercizi pubblici che i due fratelli frequentavano abitualmente.
"Dopo un breve contatto telefonico – la ricostruzione dell'attività illecita emersa dalle indagini dei carabinieri – per ricevere l'ordine e prendere accordi sulla consegna, incontravano i clienti dando loro lo stupefacente in cambio del denaro. Non di meno, per alcuni clienti, le dosi venivano recapitate direttamente a domicilio o ritirate presso le abitazioni dei due".
Ricostruita anche la 'catena' dello spaccio: "Per approvvigionarsi dello stupefacente - spiega ancora la nota dell'Arma - sia in concorso che con propria autonoma attività, si rivolgevano a fornitori nordafricani che avevano base operativa nelle campagne di alcuni comuni della zona. In talune circostanze, allorché uno dei due era carente di stupefacente, l'altro lo riforniva". In base alle accuse che li hanno portati in carcere, uno dei due fratelli si faceva aiutare anche dalla compagna (non destinataria di misura cautelare) "che contribuiva all'attività confezionando le dosi ed effettuando anche alcune consegne".