Biodigestore contestato. Arriva un altro stop dal Tar su ricorso del Comune

Voghera, “congelata” la seconda autorizzazione della Provincia

Biodigestore contestato. Arriva un altro stop dal Tar su ricorso del Comune

Biodigestore contestato. Arriva un altro stop dal Tar su ricorso del Comune

Il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha inferto un nuovo stop al progetto del biodigestore di Campoferro. Lo ha fatto accogliendo il nuovo ricorso del Comune di Voghera contro la seconda autorizzazione rilasciata dalla Provincia. Il progetto presentato dalla Voghera Green Energy società agricola che ha sede a Verona prevede la realizzazione di un impianto, su un’area di 59mila metri quadri alle porte della città, per la produzione di biometano alimentato da sottoprodotti da attività agricola. L’investimento complessivo ammonterebbe a circa 7 milioni di euro, ma non a tutti piace quest’opera. La realizzazione, infatti, da diversi mesi viene contestata non solo dall’amministrazione comunale e da alcuni partiti politici, ma anche da associazioni e comitati di cittadini. Fa paura l’aumento di traffico e di mezzi pesanti che si verificherebbe nella zona e anche l’impatto olfattivo che le lavorazioni di circa 142 tonnellate al giorno di scarti agricoli provocherebbe.

Per questo motivo l’iter del progetto era stato osteggiato fin dall’inizio. Dal momento in cui è stato presentato, sulle cancellate di alcune abitazioni sono comparsi striscioni con scritto "No biogas" e si è costituito il Comitato tutela ambiente - No biodigestore a Campoferro che contro l’impianto ha raccolto centinaia di firme. Dopo la prima approvazione della Provincia, arrivata nell’agosto 2021, il Comune di Voghera si era rivolto al Tar. Nell’aprile del 2022 il Tribunale amministrativo regionale aveva quindi bocciato l’autorizzazione provinciale perché ritenuta troppo vicina a luoghi sensibili come una comunità di recupero.

"A volte si può, a volte si deve - aveva commentato il comitato -. Solo in questo clima di forza reciproca si possono ottenere dei risultati, anche quelli che proprio reputi impossibili". Ma la Provincia aveva convocato nuovamente la conferenza dei servizi, scatenando le proteste del Comune e arrivando a concedere una seconda autorizzazione. A quel punto era scattato un nuovo ricorso da parte dell’amministrazione comunale guidato dal sindaco Paola Garlaschelli (nella foto), che ha portato a questo secondo pronunciamento del Tar.

La nuova sentenza annulla l’autorizzazione e cancella la valutazione positiva che aveva fatto la Provincia sul progetto, perché l’ha giudicata fondata su "dati, tecnologie e strumenti di rilevazione ormai superati". Il Comune si è detto soddisfatto, ora bisognerà vedere quali saranno le prossime mosse di piazza Italia e soprattutto della società veneta proponente che avrebbe voluto investire 7 milioni.

Manuela Marziani