MANUELA MARZIANI
Cronaca

Bereguardo, le barche torneranno a galleggiare

Deviando il Ticino le chiatte del ponte passeranno dalla ghiaia all’acqua

Il ponte di barche

Bereguardo (Pavia), 28 luglio 2019 - I lavori per far tornare a galleggiare il ponte di barche si faranno. La Conferenza dei servizi che si è riunita a Pavia ha approvato il progetto definitivo delle opere da realizzare per deviare il corso del fiume Ticino e consentire al ponte in chiatte di non poggiare sulla ghiaia ma sull’acqua. Aipo, Parco Ticino, Provincia di Pavia e sindaci dei Comuni di Bereguardo e Zerbolò hanno dato il via libera al progetto e attendono ora il parere della Regione e della Sovrintendenza per procedere con la stesura del progetto esecutivo e con l’affidamento dei lavori. Se l’iter amministrativo non subirà intoppi, il cantiere si potrebbe aprire entro fine anno .

«Si tratta di un bel passo avanti verso la realizzazione di questo importante progetto di salvaguardia dello storico ponte ormai al collasso – commenta il consigliere del Parco Fabio Signorelli – Il progetto prevedere la realizzazione di un “pennello”, un elemento in pietra che modificherà l’andamento del fiume rallentando la velocità dell’acqua e lo spostamento di 50mila metri cubi di materiale ghiaioso dalla sponda sinistra alla sponda destra. In questa nuova regimazione sarà allargato in modo naturale l’alveo del fiume per consentire al maggior numero di barche del ponte di tornare a galleggiare. Ai lavori seguirà un’attività di monitoraggio così da ricalibrare il progetto qualora fosse necessario». L’importo complessivo dell’intervento è di 800mila euro finanziati per 600mila euro da Regione, 100mila da Aipo, 50mila rispettivamente dal Parco del Ticino e dalla Provincia.

«Il cronoprogramma prevede che i lavori siano terminati entro 24 mesi in quanto in alcuni periodi dell’anno il cantiere dovrà restare fermo – conclude Signorelli – Molta attenzione sarà prestata alle dinamiche di cantierizzazione con la presenza di mezzi di lavoro sulle rive e sul fiume, affinché si arrechi il minor disagio possibile. A questo proposito abbiamo avanzato una serie di prescrizioni che prevedono, tra l’altro, l’utilizzo di macchine insonorizzate per ridurre l’mpatto ambientale». Anche il comitato Ticino 2000 da tempo si batte perché il ponte venga messo in sicurezza. «Il ponte è nato per stare in acqua, invece adesso per la maggior parte sta sulla ghiaia e sotto stress – dice il presidente Carlo Maiocchi – L’acqua è un ammortizzatore, i fondi messi a disposizione ci sono, bisogna intervenire al più presto».