REDAZIONE PAVIA

Banco vuoto dalle Canossiane, i compagni lo aspettavano

Amareggiati anche i genitori degli amichetti. "Non vederlo con i nostri figli oggi è motivo di grande dolore"

"Eitan era contento di tornare tra i suoi compagni. Non vederlo con i nostri figli oggi è motivo di grande dolore". A parlare è la mamma di un bambino pronto a iniziare la prima elementare all’istituto Canossiane. In corso Garibaldi era pronto anche il banco del bambino unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone e gli amici lo aspettavano, prima che il nonno materno sabato lo portasse in Israele. "Eitan ha già dovuto affrontare una prova terribile, perdendo tutta la sua famiglia nell’incidente della funivia - ha aggiunto un’altra mamma -. Ora viene sottratto alla famiglia alla quale era stato affidato dai giudici. Capisco il dolore e la preoccupazione dalla zia, che è anche la sua tutrice". E ci si interroga sui controlli. "Lavoro all’estero e so che non è semplice per una persona che non sia il genitore - ha sottolineato un padre - portare un bambino in un altro Paese. Com’è possibile che nessuno abbia controllato?" Le suore Canossiane che gestiscono l’istituto, invece, pensavano a come parlare ai compagni di scuola del bambino per non provocare in loro ulteriori ansie. "Hanno già vissuto con preoccupazione i giorni difficili dell’incidente - hanno commentato - non crediamo sia il caso di parlare oggi ai bambini del loro compagno". Perché come ricordato dalla superiora, Madre Paola Canziani, i bambini avevano rivisto Eitan tornato a scuola una settimana fa per l’inserimento in vista dell’inizio della primaria e si aspettavano di incontrarlo nel primo giormo di scuola.

Pavia, invece, che finora è stata alla finestra, soffre nel vedere questo piccolo che ha sofferto tanto, conteso da due famiglie. "Eitan è un figlio di questa città ed è come se fosse il bimbo di tutti - ha detto il sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi -. È una situazione molto delicata e c’è un fascicolo aperto in Procura che ipotizza il reato di sequestro, ragione per cui bisogna fare molta attenzione alle parole. Una cosa, però, sento la necessità di dirla: si metta l’interesse del piccolo davanti a ogni altra considerazione, si abbia la giusta sensibilità nei confronti dei suoi sentimenti. Eitan ha subito un lutto terribile, faticosamente stava cercando di tornare a qualcosa che sembrasse la normalità, ricongiungendosi ai suoi compagni, e muovendo i primi passi dopo la tragedia in un contesto che conosce. Sradicarlo da tutto questo può avere un impatto devastante. Invito chi di dovere a rifletterci, con il cuore in mano".

Secondo i suoi parenti israeliani per il bambino adesso è fondamentale ritrovare le sue radici. "E’ giusto - ha aggiunto il primo cittadino -, lo faceva in vacanza con i suoi genitori, ma ora è più che mai necessario che torni a casa. Bisogna far presto, però, prima che si renda conto di quanto è successo e viva, suo malgrado, un’ulteriore lacerazione. Bisogna trovare una soluzione che non abbia i tempi lunghi della giustizia, ma quelli ragionevoli del buonsenso. Bisogna tentare la via della diplomazia reciproca. Mi auguro che le autorità prendano una posizione. Noi, dal canto nostro, faremo tutto ciò che serve, tutto ciò che è possibile. Forse siamo ancora in tempo".

Manuela Marziani