
La polemica sull'autovelox di Gambolò si intensifica con ricorsi su presunte irregolarità. Giudici annullano multe, sollevando dubbi sull'omologazione dei dispositivi.
GAMBOLÒ (Pavia)
Continua la battaglia a colpi di carte bollate intorno all’autovelox di Gambolò, ormai disattivato da molti mesi, che nel breve periodo di attività aveva fatto registrare migliaia di sanzioni per il superamento del limite di velocità lungo il tratto della provinciale che lambisce l’abitato della terza città lomellina e che aveva generato un’accesa diatriba sul limite da fissare (i 70 chilometri orari chiesti dai cittadini, i 50 fissati dal sindaco con il beneplacito della Prefettura). Una decisione che, ancorché impopolare, aveva azzerato gli incidenti su quel tratto di strada. Adesso il giudice di pace di Vigevano ha però accolto altri due ricorsi presentati dai cittadini sulla scorta di una considerazione che riguarda l’intero Paese e cioè che il modello di autovelox utilizzato fosse di quelli approvati ma non omologati. Un cavillo che rischia di portare ad altri annullamenti dopo quelli già ratificati negli ultimi mesi. E un concetto, peraltro, che può essere esteso anche ai dispositivi T-Red, quelli che rilevano i passaggi con il semaforo rosso, che proprio a Gambolò in due mesi hanno portato a 111 sanzioni. Anche su questo fronte c’è stato chi ha preferito non aspettare e ha subito presentato ricorso tanto che già ad inizio settembre numerosi automobilisti multati si erano affidati al giudice di pace per vedersi riconosciuto quello che ritengono essere un diritto acclarato. Anche in questo caso le ragioni sono di ordine formale ma sufficienti per vedersi dare ragione e tenere chiuso il portafoglio. Tra l’altro le sentenze favorevoli sono arrivate non soltanto dal giudice di pace ma anche da quelli dei Tribunali che si sono espressi contro i ricorsi avanzati dalle pubbliche amministrazioni.
Umberto Zanichelli