REDAZIONE PAVIA

Assoluzione oltre ogni dubbio. L’istanza dopo otto ore di fila

Udienza a Pavia: difesa chiede assoluzione per Massimo Adriatici. Avvocati argomentano legittima difesa in caso di sparatoria, sottolineando assenza di proporzioni nella reazione. Sentenza attesa per novembre.

In primo piano l’imputato Adriano Adriatici arriva in Tribunale a Pavia con i legali del collegio difensivo

In primo piano l’imputato Adriano Adriatici arriva in Tribunale a Pavia con i legali del collegio difensivo

Al termine della lunga udienza di ieri, dopo 8 ore quasi senza interruzioni, la difesa ha chiesto l’assoluzione dell’imputato Massimo Adriatici. Prima l’avvocato Gabriele Pipicelli e poi il collega Luca Gastini hanno in parte concordato con le conclusioni del pm sul momento dello sparo e sulla dinamica ricostruita nella fase istruttoria, discostandosi però nella responsabilità dell’imputato. "Una triste vicenda che riguarda due uomini – ha esordito Pipicelli – infarcita da elementi collaterali, come il riferimento alla chat della Giunta di Voghera".

L’avvocato ha elencato cinque casi di persone morte per "un solo pugno", concludendo che Adriatici "mentre era a terra, privo di occhiali fatti cadere dalla manata al volto, vede la persona avanzare verso di lui, forse con qualcosa in mano. Non si discute che abbia schiacciato il grilletto". E ribadendo "la posizione dell’aggressore" si è soffermato su "una serie di elementi che portano a ritenere che il colpo sia stato esploso in quel momento in cui vi era un’aggressione che metteva a repentaglio la vita di Adriatici. Si è difeso da un’aggressione in corso. Eccesso colposo? Ma cosa poteva fare? E chi guardava ha avuto la stessa percezione di un’aggressione in corso".

"Il problema della sproporzione – ha aggiunto l’avvocato Gastini – nasce con riferimento a beni di natura diversa, ad esempio della tutela del patrimonio. In questo caso invece c’è il rischio dell’integrità fisica, senza sproporzione". Sullo sparo "sappiamo che il colpo parte quando Adriatici è già a terra. Ma non sappiamo se sia reazione istintiva e colposa o un processo automatico".

E senza insistere come aveva già fatto il collega sulla piena legittimità della difesa da parte dell’imputato, in merito alla contestazione dell’accusa la richiesta è "di assoluzione, l’unica possibile oltre ogni ragionevole dubbio". Il giudice Valentina Nevoso ha rinviato al 6 novembre per le repliche. Poi la sentenza.

S.Z.