Appalti truccati per le ambulanze, arrestati i vertici dell'Asst di Pavia

Operazione della guardia di finanza: nei guai anche una cooperativa di Pesaro del settore sanitario

Emergenza Covid, ambulanze

Emergenza Covid, ambulanze

Pavia - La Guardia di finanza di Pavia ha arrestato anche il direttore generale dell'Ass Pavia, Michele Brait. Sono 4 i destinatari delle misure cautelari agli arresti domiciliari disposti dal Gip Maria Cristina Lapi: insieme a Brait, per l'Asst Pavia anche il Rup (Responsabile unico del Procedimento) Davide Rigozzi; gli altri due sono gli amministratori di fatto della società First Aid, i fratelli Antonio e Francesco Calderone, originari di Messina e residenti, rispettivamente, a Roma e ad Arese. Sono scattate anche due perquisizioni, a carico dell'amministratore di diritto della stessa First Aid, e del presidente del Consorzio, con sede a Messina, del quale la cooperativa di Pesaro fa parte insieme ad altre operanti sempre nel settore del trasporto sanitario. L'inchiesta della Procura di Pavia, coordinata dal procuratore Mario Venditti e diretta dal sostituto procuratore Roberto Valli, riguarda il bando di gara indetto dall'Asst Pavia nel 2017 per l'affidamento dei servizi di trasporto sanitario in ambulanza, per gli ospedali di Voghera, Vigevano, Mede, Mortara, Casorate Primo, Broni e Stradella. La cooperativa First Aid si era aggiudicata l'appalto del valore di circa 2 milioni di euro, ma creando poi disservizi per la mancata garanzia dei servizi, confermate anche da molte segnalazioni dei pazienti trasportati e dei medici in servizio. Sotto la lente della Finanza pavese è finita l'offerta anomala presentata al bando di gara da parte della cooperativa che si era poi aggiudicata il servizio, offerto a un valore che non copriva neppure i costi.

Le fiamme gialle pavesi hanno accertato che la base d'asta dell'appalto sarebbe stata fissata illegalmente a una soglia inferiore alle tariffe regionali, causando di fatto l'esclusione automatica degli altri operatori. La cooperativa indagata invece ha fatto fronte a un ribasso di oltre il 25% rispetto alle tariffe indicate da Regione Lombardia, indicando però costi del lavoro dei dipendenti ben inferiori ai minimi salariali previsti dal contratto collettivo nazionale. Costringendo i lavoratori a prestare anche attività come volontari. In base alle indagini della Guardia di finanza, i vertici dell'Asst sarebbero stati consapevoli della palese anomalia dell'offerta e delle irregolarità legate all'uso di manodopera volontaria, ma non sono hanno aggiudicato ugualmente l'appalto, ma successivamente, pur a fronte di numerose violazioni contrattuali acclarate già nel periodo di prova, hanno omesso di procedere alla revoca della stessa aggiudicazione, consentendo così di ottenere un profitto illecito. "Molte sono state le violazioni contrattuali e sanitarie - spiega la Guardia di finanza di Pavia - di cui la cooperativa pesarese si è resa responsabile: ritardi e disservizi sin dai primi mesi dell'aggiudicazione dell'appalto, mancanza di luoghi attrezzati in cui ricoverare i propri mezzi, lasciando le ambulanze a fine turno parcheggiate sulla pubblica via, e soprattutto, rendendo impossibile effettuare non solo la regolare sanificazione di veicoli ma anche la stessa pulizia delle ambulanze al termine del trasporto di ogni paziente. In tal modo il servizio veniva espletato, nel pieno della pandemia in corso, in condizioni igienicamente precarie e pregiudizievoli per la salute degli ammalati, in spregio alle più elementari norme sanitarie imposte dalla normativa anti-Covid".