MANUELA MARZIANI
Cronaca

Anni di studio per la laurea. Stipendi troppo bassi: gli educatori in piazza

Assemblea aperta in piazza del Municipio. Il Mezzabarba principale committente. Il sindacato: c’è anche chi lavora e poi non riceve la retribuzione.

Anni di studio per la laurea. Stipendi troppo bassi: gli educatori in piazza

Anni di studio per la laurea. Stipendi troppo bassi: gli educatori in piazza

Anni di studio per conseguire una laurea, capacità di entrare in relazione con bambini e ragazzi e quando si lavora uno stipendio bassissimo, che solitamente va dai 500 ai mille euro. Per far conoscere le istanze della categoria, ieri pomeriggio gli educatori sono scesi in piazza. Non una protesta quella organizzata da Usb, ma un’assemblea aperta organizzata in piazza del Municipio perché palazzo Mezzabarba è il principale committente che ha in appalto i contratti con le cooperative". E sono le cooperative spesso ad assumere educatori che svolgono quel ruolo nelle scuole, ma vengono retribuiti come assistenti, quindi percependo una somma decisamente inferiore, al limite della sopravvivenza. "Questi lavoratori che in provincia sfuggono a una conta precisa - dice Francesco Signorelli del sindacato Usb - perché lavorano nelle scuole occupandosi degli allievi con alcuni problemi, ma anche nelle residenze sanitarie hanno bisogno di attenzione. Ogni settimana riceviamo richieste di aiuto da qualcuna di loro o da gruppi di educatrici (sono soprattutto giovani donne) che poi non proseguono, non aprono una vertenza".

Oltre agli stipendi bassi, c’è chi lavora e non viene retribuito, chi viene picchiata dagli utenti più problematici, chi insultata. "I Comuni che sono le stazioni appaltanti e gli altri enti nonostante le segnalazioni sembrano non interessarsene - aggiunge Signorelli che come genitore ha avuto bisogno di un educatore - e il servizio ne risente. Il turn over è notevole, perché lo stipendio è talmente basso che appena si può si cambia, magari anche tra le lacrime perché si è creato un rapporto con i ragazzi che si seguono, ma bisogna pur campare e spesso si lascia un posto di lavoro per andare da un’altra parte dove le condizioni di lavoro sono sempre le stesse". Nessuna retribuzione se il bambino che viene seguito si ammala e non va a scuola, nessuna retribuzione in estate quando le scuole sono chiuse a fronte di un impegno che non si ferma alle ore trascorse accanto al ragazzo: gli educatori devono anche partecipare all’organizzazione scolastica. "L’educatore non è una figura secondaria - prosegue Francesco Signorelli - ma una colonna portante nella crescita e nella cura della nostra società, dai bambini che entrano per la prima volta a scuola ai quali occorre dare un’inclusione scolastica agli anziani che necessitano di vicinanza e sostegno nei momenti di difficoltà. Vogliamo che gli educatori escano dalla solitudine e dalla mancata consapevolezza dei loro diritti e che venga riconosciuto il valore aggiunto che portano nella nostre vite di tutti i giorni"