GABRIELE MORONI
Cronaca

Delitto di Garlasco, indagato Andrea Sempio: il nodo del Dna. Degradato o perfettamente leggibile?

La svolta riaccende la contrapposizione fra le parti. Gli avvocati di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, esultano: “Speriamo emerga finalmente la verità”. Il consulente della famiglia della vittima: “Queste tesi, un’assurdità”

I rilievi sulla villetta di Garlasco dove il 13 agosto 2007 fu scoperto il corpo di Chiara Poggi; nel riquadro, il nuovo indagato Andrea Sempio

I rilievi sulla villetta di Garlasco dove il 13 agosto 2007 fu scoperto il corpo di Chiara Poggi; nel riquadro, il nuovo indagato Andrea Sempio

Garlasco, 12 marzo 2025 – Si ripete, diciotto anni dopo, il destino di quel delitto consumato in una torrida giornata agostana, a Garlasco: quello di vedere fronti contrapposti, tesi inconciliabili.

Le posizioni

Antonio De Renzis, difensore di Alberto Stasi con l’avvocato Giada Bocellari, parla senza trionfalismi ma con indubbia soddisfazione: “La collega Bocellari e io accogliamo con estremo favore l’iniziativa e l’attività della Procura di Pavia, con la ragionevole speranza che possa finalmente emergere la verità e possa essere fatta giustizia”.

Per questo i legali di Stasi hanno affidato la perizia a Lutz Roewer, professore di genetica forense al Dipartimento di genetica forense di Berlino (definito in una intervista del 2020 “rockstar dell’analisi Y-STR”, dove la Y rappresenta il cromosoma Y) e al genetista forense Ugo Ricci, dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi a Firenze. Il loro lavoro è durato tre anni.

Sull’opposta trincea Paolo Reale, il genetista forense consulente di parte civile per la famiglia Poggi e cugino del padre di Chiara: “Sono affranto per i genitori. Per loro è un rivangare continuo e anche un po’ irrispettoso. Sono affranto nel vedere queste assurdità, credevo non fosse possibile arrivare a tanto. Le tre amplificazioni del Dna ricavato dal sangue sotto le unghie di Chiara sono tutte e tre diverse, non hanno una base attendibile. E a carico di Sempio non ci sono tracce: nulla sul luogo del delitto, l’impronta di scarpa Frau impressa sul sangue è numero 42 e lui calza il 45. Non mi sono mai sottratto al confronto, ma dopo tanti anni siamo andati un po’ oltre”.

Chi è il nuovo-vecchio indagato

Andrea Sempio è un amico di Marco, il fratello minore di Chiara Poggi, frequenta l’abitazione di via Pascoli. All’epoca vive a Garlasco con i genitori e lavora come commesso in un negozio di telefonia in un ipermercato di Montebello della Battaglia.

Nel dicembre del 2016 ha ventotto anni quando si ritrova indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Sono gli sviluppi dell’azione della difesa di Alberto Stasi, guidata dal professor Angelo Giarda. L’innesco è stato un esposto-denuncia firmato da Elisabetta Ligabò, madre di Stasi, presentata alla Procura generale di Milano che l’ha trasmesso per competenza alla Procura di Pavia. Qui il procuratore aggiunto Mario Venditti ha iscritto il nome di Andrea Sempio nel registro degli indagati.

All’esposto è allegata una relazione firmata dal consulente della difesa dell’ex bocconiano, il biologo forense Pasquale Linarello. Secondo Linarello esiste una perfetta compatibilità del profilo del cromosoma Y trovato sulle unghie del quinto dito della mano sinistra di Chiara Poggi con il profilo genetico del cromosoma Y ottenuto da un cucchiaino e da una bottiglia d’acqua consumati da Sempio nel centro commerciale dove lavora e prelevati da un investigatore privato.

Le telefonate

I legali di Stasi affiancano un altro percorso. Dai tabulati telefonici risulta che in quei giorni di agosto del 2007 fra il fisso di casa Poggi e il cellulare di Sempio sono scambiate sei chiamate. In tre casi (30 luglio, 2 e 3 agosto) sono partite dal villino dei Poggi. Altre tre telefonate, il 4, 7 e 8 agosto, provengono dal cellulare di Sempio. Le ultime due si collocano dopo il 5 agosto, quando Marco Poggi ha lasciato Garlasco per le vacanze in Trentino con i genitori.

Sempio non ne era al corrente? Preso a verbale dai carabinieri di Vigevano, Sempio dichiara che Marco l’ha avvertito della partenza ma che non ne ricordava la data precisa.

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Il ticket del parcheggio

Ancora ai carabinieri, il giovane Sempio riferisce che la mattina in cui Chiara è stata uccisa si è recato in una libreria in piazza Ducale, a Vigevano, anche se in casa era stato avvertito della possibilità di trovarla chiusa. Consegna il ticket di un parcheggio in piazza Sant’Ambrogio. Lo fa un anno e due mesi dopo il delitto. La ricevuta porta un orario successivo alle 10.30 di lunedì 13 agosto 2007: a quell’ora Chiara è già stata uccisa.

Nel marzo del 2017 il gip di Pavia Fabio Lambertucci archivia l’inchiesta accogliendo la richiesta del procuratore Venditti e del pm Giulia Pezzino. La perizia affidata al professor Francesco De Stefano ha concluso che il materiale genetico sulle unghie della vittima, scarso, degradato, contaminato, non era utilizzabile per “definire una ipotesi di identità, quindi per effettuare alcun confronto con un profilo genetico”. Era stata smontata anche l’ipotesi che Sempio si fosse invaghito di Chiara. Ma quella traccia di Dna all’epoca considerata scarsa oggi secondo l’avvocato De Renzis sarebbe “assolutamente leggibile”.