
TRAPPOLA Il punto in cui è stata attaccata la vettura (Torres)
Certosa di Pavia, 25 marzo 2015 - Rapinati i soldi delle slot, per un bottino di circa 10mila euro. Due uomini, con i volti coperti da passamontagna, entrambi arnati con pistole, hanno bloccato un dipendente della Royal Games, azienda pavese che gestisce le macchine da gioco legali. È successo ieri verso l’ora di pranzo. Erano circa le 13 quando il dipendente addetto al ritiro dei soldi delle slot ha imboccato la strada per Samperone, nel Comune di Certosa, diretto al bar della frazione Cascine Calderari. Era una tappa conclusiva del suo giro per il ritiro degli incassi delle slot. Ma la Punto Van della Royal Games è stata bloccata in strada da una Golf, dalla quale sono scesi i due rapinatori armati.
Sotto la minaccia delle pistole puntate, l’addetto al trasporto dei soldi è stato costretto a scendere dal suo mezzo, è stato fatto sdraiare nel campo adiacente alla strada e i due malviventi lo hanno quindi lasciato appiedato, fuggendo uno sulla Golf e l’altro al volante della Punto Van della Royal Games. Il mezzo è stato poi ritrovato non lontano, ovviamente svuotato. I rapinatori avrebbero infatti trovato sulla stessa auto le chiavi della cassaforte trasportata sulla Punto e, arrivati in una zona isolata, l’hanno ripulita del contenuto. Un bottino che deve ancora essere quantificato con precisione, ma che si aggirerebbe sui 10mila euro. Sul posto sono stati chiamati i carabinieri, della stazione di Certosa e della Compagnia di Pavia. Le ricerche della Golf in fuga non hanno avuto esito e sono state avviate le indagini per cercare di risalire agli autori della rapina.
Un colpo simile ad altri già commessi, anche nella stessa zona, sempre ai danni dei mezzi che trasportano i soldi degli incassi delle slot. Il sospetto è che i malviventi possano aver studiato il percorso compiuto dal dipendente addetto al ritiro dei soldi, intercettandolo in un punto isolato della strada che avrebbe dovuto percorrere per arrivare a una delle sue ultime tappe, quando dunque la cassaforte era già stata riempita con gli incassi dei bar nei quali era stato già effettuato il ritiro. I rapinatori avevano i volti coperti con passamontagna e dunque la vittima della rapina non ha potuto fornire indicazioni utili alla loro identificazione. Una precauzione usata spesso da professionisti con già precedenti specifici.
stefano.zanette@ilgiorno.net