Serie D per grazia ricevuta Folgore e Seregno salve

Ricorsi respinti, il giudice conferma i risultati raggiunti domenica sul campo. Ma per la porta troppo bassa il Città di Varese farà appello contro la Caratese.

di Roberto Sanvito

Il martedì dei ricorsi è benevolo per Folgore Caratese e Seregno che vedono mantenuto il risultato ottenuto domenica sul campo e, quindi, la permanenza in serie D. Ma, soprattutto per la Folgore (nella foto la festa sul campo), potrebbe non essere finita qui perché il Città di Varese - vistosi respinto il ricorso dal Giudice Sportivo - presenterà sicuramente ricorso alla Corte d’Appello. L’oggetto del contendere è ormai noto: appurata che l’altezza delle porte allo stadio XXV Aprile non fosse regolamentare (una era 2 metri e 36, l’altra 2 e 39 al posto dei 2 e 44 prescritti dal regolamento), gli inservienti della Folgore hanno scavato il terreno fino ad arrivare alla misura giusta, certificata anche da una nuova misurazione dell’arbitro che ha dato l’ok per l’avvio del match, poi vinto 2-0 dagli azzurri. C’è però un precedente recentissimo, quello di Sangiovannese-Grosseto quando il reclamo degli ospiti fu respinto in primo grado ma accolto in appello (quando si può presentare materiale fotografico) con il conseguente 0-3 a tavolino. Ed è questo l’obiettivo dei biancorossi.

Sul fronte Seregno, dal comunicato emesso ieri è emerso un nuovo reclamo del Breno contro la posizione (per i quattro tesseramenti) di Dramane Konate utilizzato da Di Gioia nel finale di gara. In questo caso vale la sentenza della Corte d’Appello di qualche settimana fa (a favore del Seregno) quando a sollevare il caso fu la Real Calepina. Ma ieri c’era in ballo anche dell’altro. La sezione disciplinare del tribunale federale della Figc ha giudicato "inammissibile", con riserva in ordine alla motivazione, l’istanza cautelare sempre del Breno, finalizzata ad ottenere una penalizzazione di quattordici punti degli azzurri che avrebbe riscritto la classifica. Rinviata a metà giugno la discussione di merito. Intanto alla società è stata comminata una multa di 2mila euro "per avere, al termine della gara, favorito l’ingresso sul recinto di gioco di persone non identificate e non autorizzate (circa 100) alcune delle quali erano presenti anche nell’area degli spogliatoi. Inoltre, per non avere messo a disposizione della società avversaria le chiavi dello spogliatoio loro riservato".