Cateno De Luca da Taormina sbarca a Monza. E ne ha per tutti: “Galliani, mai visto in Senato. Cappato l’ha sparata grossa”

Il leader di “Sud con Nord” all’Arengario per presentare la sua candidatura al Senato. "Marta Fascina è venuta a farsi votare a Marsala pur non avendo amministrato nemmeno un condiminio"

Cateno De Luca a Monza

Cateno De Luca a Monza

Monza – "Se la signora Marta Fascina ha deciso di candidarsi a Marsala, perché noi non possiamo farlo qui? C’è una differenza però: la Fascina non ha mai amministrato nemmeno un condominio". L’assist arriva da Ismaele La Vardera, presidente di Sud chiama Nord. A Cateno De Luca, il vulcanico sindaco di Taormina che ha scelto di sbarcare a Monza con il suo movimento nato in Sicilia per candidarsi al seggio del Senato che fu di Silvio Berlusconi, non resta che buttare la palla in rete in nome di "un modello di politica e di amministrazione politicamente diverso". E invitando i circa 640mila elettori brianzoli a scegliere lui alle elezioni suppletive del 22 e 23 ottobre. "Non sono politicamente disoccupato, non ho bisogno della poltrona, ma questo appuntamento è importante", ha spiegato de Luca, scegliendo per il suo debutto il “salotto" dei monzesi, quello dei tavolini del bar Moderno, all’ombra dell’Arengario.

Una passante si avvicina: "Ma è di destra o di sinistra? E perché viene qui dalla Sicilia a cercare di convincere noi brianzoli?", chiede ai giornalisti. Dal suo staff una risposta cortese: "Abbia pazienza e glielo spieghiamo". Se la prima risposta è politica e punta tutta su quello slogan “Sud con Nord", che racconta la voglia di trasformare un movimento locale in un grande partito nazionale e soprattutto europeo (la data della prossima competizione è alle porte), non manca anche un risvolto personale. "Io a Monza non ci sono mai stato, ma mio padre nel 1958 è stato qui a fare il muratore per due anni – racconta De Luca –. Dovrebbe essere stato nel quartiere di San Rocco, doveva essere una baracca di 20 metri quadrati senza servizi igienici dove mio padre venne con altri tre colleghi. Aveva già un figlio e doveva darsi da fare. Ora si presenta un’occasione per fare ritorno in un luogo dove mio padre ha avuto la possibilità di vivere. Devo dire grazie per tutti i meridionali che hanno trovato casa qui".

Cateno De Luca agita tra le mani il rapporto Brianza 2050 di Assolombarda, spiega di avere parlato con diversi imprenditori e di avere la ricetta per lo sviluppo. Una ricetta che è sul tavolo, che sta nei libri che ha scritto per raccontare come si amministrano le città con sistemi sempre più manageriale e sempre meno politici. I suoi slogan del resto sono chiari: “La competenza senza confini" e ancora “Aggiusto i disastri degli altri”.

"Perché non è facile candidarsi in un Comune qualsiasi che non è il tuo e vincere, ma è già capitato in quattro territori diversi. E non è una coincidenza che, dove abbiamo amministrato, abbiamo lasciato Comuni protagonisti per il buon governo", sottolinea De Luca, ricordando il “miracolo" realizzato a Messina, dove a suon di delibere è stata tagliata la burocrazia e il sindaco “sceriffo al cubo”, come si è autodefinito, ha fatto salire la raccolta differenziata dall’8 al 60%.

Promette che si metterà a studiare il rapporto di Assolombarda. E butta lì: infrastrutture come metropolitana e Pedemontana per non far scappare le imprese penalizzate dalla logistica. E soprattutto una ricetta per dare risposta alla fame di manodopera: "Smantellare i blocchi navali, riaprire le frontiere e non mettere i migranti nei ghetti, ma creare dei villaggi nei distretti produttivi, dove chi arriva abbia istruzione e lavoro. Inutile buttare soldi per rimandarli indietro, quando sono una risorsa". Dal suo quartier generale all’hotel Royal Falcone di Monza metterà a punto una campagna elettorale che preannuncia scoppiettante e che partirà con un grande evento il 15 settembre al teatro Binario 7.

Intanto lancia un segnale al suo principale avversario. "Adriano Galliani è un bravo imprenditore, ma in Senato è stato cinque anni e non lo hanno mai visto. Io penso che debba continuare a fare quello che sa fare bene". Cateno De Luca ne ha per tutti, a cominciare dall’altro avversario in corsa per il Senato a Monza, Marco Cappato, che l’altroieri aveva denunciato di essere spiato dai servizi segreti: "Cosa non si fa per attirare l’attenzione in campagna elettorale. Capisco che la mia candidatura ha suscitato stupore e messo paura a Cappato, ma da qui a spararla così grossa ce ne vuole. Spero che non sia stato Calenda a consigliargli questa goffa strategia".

Nel mirino di De Luca anche il disegno di legge dell’autonomia del ministro Roberto Calderoli: "Ha subito minacce e noi esprimiamo la nostra solidarietà, perché i mafiosi li abbiamo sempre combattuti, ma il suo disegno di legge fa schifo". Il sindaco di Taormina cita il leader di Italia Viva Matteo Renzi: "Lui dice spesso: sapete perché De Luca mi è simpatico? Perché non l’ho potuto fregare. Quando ci siamo conosciuti nel luglio 2022 voleva propormi un accordo per le politiche. Io gli ho risposto che quello che mi offriva lo avrei ottenuto da solo". E comunque, "io non ho mai giocato per perdere". De Luca ricorda la sua storia: "Ho subito 18 processi e 2 arresti, ma sono sempre stato assolto". Sorride al suo staff e alza il braccio con indice e medio aperti. "Sapete cosa significa questo gesto? Vuol dire: ti cavo gli occhi. Ed è la reazione di quando siamo minacciati. Alla sfida noi rispondiamo con la sfida".