Gianetti, braccio di ferro per far entrare un camion

Bloccato un autotreno con due cisterne che voleva entrare nell’azienda chiusa Le lettere di licenziamento a 120 dei 152 dipendenti

Il presidio della Gianetti con l’autocisterna fermata fuori dai cancelli

Il presidio della Gianetti con l’autocisterna fermata fuori dai cancelli

Ceriano Laghetto (Monza), 29 settembre 2021 - Un nuovo «braccio di ferro» tra lavoratori e proprietà della Gianetti Ruote si è consumato ieri mattina davanti ai cancelli dello stabilimento di Ceriano Laghetto dove si è presentato un autotreno con due cisterne che voleva entrare nell’azienda chiusa. Il conducente della ditta specializzata, partito dalla provincia di Brescia, si è trovato la strada sbarrata con i lavoratori in presidio dal 3 luglio, dopo la chiusura improvvisa della fabbrica e dopo le lettere di licenziamento che sono cominciare ad arrivare negli ultimi dieci giorni e riguardano ormai circa 120 dei 152 dipendenti della storica fabbrica di ruote, a cui si aggiungono 13 trasferimenti alla sede di Carpenedolo (Bs). Sono stati gli stessi lavoratori di Gianetti a chiedere l’intervento di Polizia locale e carabinieri. Sul posto è intervenuta una pattuglia di carabinieri della Tenenza di Cesano Maderno. Il conducente del mezzo pesante ha spiegato di dover procedere al recupero di "emulsione", uno scarto della lavorazione, ma i manifestanti davanti al cancello temevano che in realtà si volessero caricare prodotti consumabili che avrebbero potuto essere utilizzati nella fabbrica di Carpenedolo. "Abbiamo sempre dato disponibilità agli interventi a tutela dell’ambiente, ma le volte precedenti, l’arrivo di mezzi per il recupero veniva preannunciato da una mail di spiegazione che questa volta non c’è stata" ha riferito ai carabinieri Stefano Bucchioni della Fiom Cgil. I carabinieri hanno tentato una mediazione ma la proprietà, contattata al telefono si è detta indisponibile all’ingresso di altre persone in azienda per assistere alle operazioni di svuotamento delle vasche. Alla fine i lavoratori si sono lasciati convincere dai documenti mostrati dall’autotrasportatore e hanno liberato il cancello. La tensione qui è ancora alta, dopo che sono scaduti senza successo i termini per una trattativa e le lettere di licenziamento sono arrivate a destinazione, coinvolgendo anche alcuni lavoratori di Carpenedolo. Proprio davanti alla sede in provincia di Brescia è in programma la manifestazione del prossimo 4 ottobre, con 4 ore di sciopero in tutta la zona del Garda e con due pullman in partenza da Ceriano Laghetto per raggiungere il presidio. Il giorno dopo, 5 ottobre, è attesa la sentenza del Tribunale di Monza che dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dai sindacati contro la procedura di chiusura della fabbrica e di licenziamento dei lavoratori: la speranza qui è che vengano accolte le richieste come accaduto qualche giorno fa a Campo Bisenzio per la vicenda Ghk, con il conseguente annullamento di tutti gli atti fin qui compiuti dalla proprietà.