Cina senza materie prime e la Brianza frena

La crisi è globale ma l’effetto è locale: ecco cosa succede nella distilleria Eugin di Meda o alla tipolitografia Milano Grafica di Usmate

Crisi materie prime

Crisi materie prime

Monza -  «È un vero disastro , da non crederci: manca il vetro in Cina e noi a Meda non abbiamo le bottiglie per i nostri prodotti". È la crisi delle materie prime, un fenomeno globale che può sembrare distante dalla quotidianità ma che, invece, da mesi fa subire tutti i suoi effetti a livello locale. Compresa la Brianza dove anche le piccole imprese oppure le storiche realtà artigiane ormai ogni giorno devono fare i conti con gli equilibri dell’economia mondiale. E l’Unione Artigiani della provincia di Milano e Brianza lancia l’allarme.

Succede alla Eugin Distilleria Indipendente, un’attività avviata da 3 anni dai fratelli Eugenio e Niccolò Belli con produzione di gin, e da qualche mese anche vodka, a Meda e un negozio a Milano. "È la prima volta che vediamo una situazione del genere - racconta Eugenio - ma anche alcuni nostri fornitori che lavorano da decenni dicono che non si è mai vista una cosa così. A noi mancano soprattutto le bottiglie perché non c’è sufficiente vetro, ma i problemi ci sono per tutto ciò che riguarda il packaging, quindi anche tappi, plastica e cartone. Sono aumentati i prezzi, a cominciare dall’energia o i costi di stedizione". Una realtà come Eugin ha una produzione di circa 3.000 bottiglie di gin all’anno, da poco si è aggiunta la vodka, ma da mesi manca circa un terzo degli approvigionamenti necessari. "Mi mancano almeno 1.000 bottiglie rispetto al gin prodotto - spiega Eugenio - Ho più fornitori e l’unico che riesce a garantirmi un buon numero di bottiglie è una delle maggiori realtà a livello mondiale: è un colosso del settore che lavora su grandi numeri, ma anche lui inizia ad avere problemi. Con realtà più piccole è un disastro: l’azienda da cui mi rifornisco di bottiglie mignon mi ha comunicato dopo l’ultimo ordine almeno 3 mesi d’attesa, mentre un altro fornitore mi sta facendo aspettare da aprile".

La crisi è globale e non c’è una soluzione se non quella di aspettare che torni ad esserci abbastanza vetro per soddisfare la domanda.  "Le conseguenze sono quelle di avere problemi coi clienti - aggiunge Eugenio -: presentiamo un catalogo di prodotti e non siamo in grado di garantirne la disponibilità. Oppure ho adesso un ordine da Hong Kong e non posso far altro che temporeggiare: ho fatto slittare l’ordine a gennaio, ma nelle situazione attuale non sono sicuro di riuscire a fare la spedizione anche a gennaio". Ritardi e rinvii sono le conseguenze immediate, ma subito dopo arrivano le impennate sul mercato per le materie prime e, di conseguenze, aumenti sui prezzi finali dei prodotti. "Noi stiamo riuscendo ad ammortizzare gli aumenti - aggiungono all’Eugin di Meda -, ma i prezzi stanno salendo in modo impressionante: nell’ultimo anno e mezzo il vetro è cresciuto di almeno il 20% mentre le nostre bollette dell’energia sono cresciute di circa il 40%. Infatti ora cambierò fornitore, ma rispetto a quando ho iniziato i prezzi restano più alti di almeno il 25%. Per ora si ammortizza, ma alla lunga le conseguenze ci saranno anche sui prezzi finali agli utenti".

Il settore è diverso , la materia prima di riferimento è la carta ma, come per il vetro, i problemi sono gli stessi: è il caso di una storica tipolitografia a conduzione familiare come la Milano Grafica di Usmate attiva da 3 generazioni. "Manca un po’ tutto, la carta come la plastica per gli imballaggi, e tutto aumenta - racconta Francesco Giroletti dalla sua tipolitografia - E nell’ultimo anno ci siamo dovuti adattare perché sono improvvisi i cambi di prezzo oppure spesso le cartiere non riescono a rifornirci: dopo anni che non lo facevamo siamo dovuti tornare ad avere un magazzino per essere sicuri di avere la carta e nonostante sia un costo in più".

Una realtà come la Milano Grafica di Usmate ha bisogno di circa 200 bancali di carta all’anno e "prima di fare un preventivo a un cliente - spiega Giroletti - adesso dobbiamo prima vedere se c’è disponibilità di carta, poi vedere il prezzo aggiornato che cambia ormai ogni giorno, e quindi mandare il preventivo al cliente. L’anno scorso non era così: c’era un listino prezzi della carta che cambiava annulamente, non ogni giorno, e non c’era bisogno di fare magazzino. Inoltre i prezzi stanno tutti aumentando: la carta è rincarata tra il 10% e il 15% negli ultimi mesi e aumenta ancora". Si cerca di tamponare la situazione finché si riesce, ma inevitabilmente l’aumento dei costi e la scarsa disponibilità del mercato arrivano ad avere le conseguenze sul prezzo finale dei servizi offerti da artigiani e piccole imprese. "Tutto questo porta ad aumenti per il cliente - conclude Giroletti - Quest’anno ho dovuto applicare degli aumenti che fino all’anno scorso mai avrei pensato di dover fare. Ma è inevitabile perché questa situazione porta ad assottigliare tutti i margini di esercizio e, se non si vuole lavorare in perdita, bisogna per forza alzare il prezzo finale per poter andare avanti".