Barbara Calderola
Cronaca

Ospedale di Vimercate, ritorno alla normalità

Rallentata l'emergenza Coronavirus sono ripresi gli interventi non urgenti in Chirurgia su malati oncologici, in Ortopedia e in Otorinolaringoiatria

interventi su malati oncologici

Vimercate, 13 giugno 2020 -  La grande paura è finita, a Vimercate si torna in sala operatoria. Con un rigido protocollo di sicurezza, i circa cento interventi portati a termine con le nuove regole sono il primo passo per traghettare l’ospedale nella Fase 2. Il recupero di tutto ciò che è saltato per colpa dell’epidemia, non le urgenze che non si sono mai interrotte. Si è ripartiti da dieci malati oncologici sottoposti per ore a delicate procedure dall’équipe di Christian Cotsoglou, primario di chirurgia generale. Suoi sempre i bisturi al lavoro in campo toracico, dodici le vite salvate in questo ambito. Una mole di lavoro importante, alla quale si aggiungono venti casi meno complessi, un capitolo sul quali però gli specialisti hanno promesso "di fare gli straordinari" per accorciare la domanda. Esplosa anche per chi ha il tumore. Sono già stati fissati altri quattordici interventi su pancreas, colon e fegato fra nuove diagnosi e metastasi. C’è un altro indicatore azzerato dal lockdown che ha ricominciato a funzionare, purtroppo: le fratture, diminuite durante l’isolamento. Ne sanno qualcosa gli ortopedici guidati da Roberto Zorzi reduci da 50 sedute operatorie. Ma il suo gruppo non è stato con le mani in mano durante l’emergenza, ha aiutato i colleghi in prima linea contro il Covid al pronto soccorso e nei reparti. Erano i giorni in cui le corsie si erano trasformate per curare chi aveva l’infezione.

Fra un letto e l’altro hanno giocato un ruolo importate anche gli otorini. "A marzo e aprile abbiamo praticato 35 tracheotomie in Rianimazione a chi lottava fra la vita e la morte per colpa del virus – ricorda il primario Franco Parmigiani -. A maggio, siamo lentamente tornati alle nostre occupazioni abituali, negli ultimi giorni con tutte le remore del caso grazie a una maggiore disponibilità di sale operatorie, ci ritroviamo alle prese con la routine di diagnosi precedente al dilagare dell’epidemia. Stiamo richiamando i pazienti uno a uno". I malati non devono avere fretta, i tempi sono lunghi. "L’inevaso è talmente consistente che le agende saranno pesanti – aggiunge -. Ma ce la faremo, come durante il picco, quando non ci siamo occupati solo dei nostri ricoverati, ma anche di quelli che ci sono stati inviati da altri centri".

Anche se ad almeno un metro l’uno dall’altro, con la mascherina, e su binari separati nelle stanze di degenza e negli ambulatori la vita ricomincia a pulsare. I numeri sono diversi da prima e continueranno a esserlo, l’attenzione è puntata sull’andamento dei contagi e sul piano di emergenza sempre pronto a scattare. Il direttore generale Nunzio Del Sorbo che ha promesso il recupero del pregresso entro fine anno, invita tutti a stare in guardia: "Il nemico non è sconfitto". Se la situazione dovesse precipitare, Vimercate e Carate tornerebbero in trincea "ma senza lo choc di febbraio".