ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Villa Reale “saccheggiata“, Monza chiama Roma: “Restituiteci i mobili chiusi nei depositi”

La diaspora iniziò per volontà dei Savoia dopo la morte di Umberto I e proseguì nel secondo Dopoguerra con la spoliazione della Reggia. Il direttore generale del Consorzio: “Dobbiamo diventare un Museo”

La Villa Reale di Monza

Il direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Bartolomeo Corsini

Monza, 23 novembre 2024 –  Mobili, poltrone, divanetti, tavolini, librerie, lampade, ma anche quadri, tappeti, tende, suppellettili, apparati decorativi, e ancora porte, boiseries, camini, specchiere. Sono una schiera lunghissima gli arredi di cui la Villa Reale di Monza è stata spogliata da più di un secolo a questa parte, per una diaspora voluta prima dalla Real Casa Savoia, dopo la morte di re Umberto I, e poi proseguita nel Secondo dopoguerra per fare spazio alle mostre della Biennale delle arti (divenuta poi Triennale di Milano).

Oggi l’intenzione del direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Bartolomeo Corsini, è di riportarli – almeno in parte – a casa, tornando a riempire, con il pregio e la bellezza della loro fattura, le tante sale rimaste semivuote. “Il percorso che ci sta conducendo a diventare un Museo non può prescindere da un processo di riscoperta identitaria di questo luogo, che riporti i suoi spazi alla dimensione originaria - dichiara il direttore di Consorzio -. Per questo ho già fatto richiesta al Quirinale di riavere in comodato d’uso una parte degli arredi della Villa che oggi sono lì, e anche a Palazzo Reale di Milano, che ne custodisce in gran numero nel proprio deposito”. Per volontà di re Vittorio Emanuele III infatti, prima della chiusura della Reggia determinata dal decreto del 3 ottobre 1919, gli arredi di particolare pregio furono trasferiti perlopiù al Quirinale, con l’intento di salvarli. Il patrimonio sarebbe poi passato in epoca repubblicana in gestione al Demanio dello Stato. Si tratta di 200 mobili e complementi sui 700 regali che arredano il palazzo del presidente della Repubblica (come rilevato da un puntuale studio del Centro documentazione Residenze Reali lombarde).

In questo momento i rapporti tra Consorzio e il Quirinale sono costanti, per via delle due rassegne artistiche di Quirinale Contemporaneo e Reggia Contemporanea, entrambe curate da Renata Cristina Mazzantini. Proprio in virtù del legame la Villa Reale ha già ricevuto qualche arredo in comodato d’uso dallo storico palazzo romano: si tratta di sette quadri dei Savoia e cinque piccoli mobili (3 tavolini, una piccola libreria e un divanetto), esposti al secondo piano nobile. Con il Palazzo Reale di Milano poi, è di recente nata una partnership in occasione dell’ultima assemblea annuale delle Residenze regali europee di giugno, tenutasi nelle due sedi lombarde. Ed è proprio su queste collaborazioni che vuole fare leva Corsini, nel riuscire in un tentativo andato vano in passato. Nel maggio 2022 il parlamentare leghista Paolo Grimoldi aveva presentato un’interrogazione ai ministri degli Affari esteri (una parte dei mobili della Villa sono in ambasciate italiane all’estero) e della Cultura, per far tornare gli arredi alla Reggia monzese. Nel gennaio 2021 ci provò con una mozione regionale il consigliere della Lega Alessandro Corbetta, e prima ancora, il monzese Ettore Radice sollevò la questione in Consiglio comunale durante la giunta Faglia, inviando anche una lettera all’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Le difficoltà sono state dovute al fatto che il trasferimento dei mobili dalla Villa Reale al Quirinale è avvenuto per precisa volontà del Re - spiega Marina Rosa, presidente del Centro documentazione residenze reali lombarde ed ex direttrice della Soprintendenza di Milano -, per cui dal punto di vista storico Monza non può esigere un ritorno indietro dei beni. Diverso il discorso per ciò che è contenuto nei depositi di Palazzo Reale.

Quel patrimonio è un unicuum che volle accorpare la Soprintendenza di Milano, e che può essere distribuito nell’una o nell’altra sede regia”.

Parallelamente la Reggia sta provvedendo a fare restaurare sempre più beni contenuti tra le sue mura. “Sono alla Scuola di restauro di Botticino alcuni manufatti decorativi e un dipinto la cui tela è danneggiata”, rivela l’assessora alla Cultura e alla Villa Reale Arianna Bettin, mentre nel 2025 partirà il restauro dei pavimenti lignei di tre sale di rappresentanza, oltre che di due tele originali dei Savoia, due busti di Eugenio di Beauharnais e alcuni vasi”.