MARCO GALVANI
Cronaca

Villa ostaggio della burocrazia e di un “giallo“

Si attende il giudizio della Corte dei Conti sulla proposta di conciliazione ma Navarra replica: "Non ci è stato sottoposto nessun accordo"

di Marco Galvani

Caso Villa Reale, tutto fermo in attesa del parere della Corte dei Conti sull’ipotesi di accordo che il Consorzio vorrebbe proporre al concessionario del corpo centrale della reggia per chiudere il "contenzioso" che si trascina da anni. Una proposta da circa 4 milioni che, però, deve ottenere l’ok della magistratura contabile per escludere il rischio di danno erariale.

"La decisione della Corte dei Conti potrebbe arrivare nel corso del mese di ottobre", dice di Dario Allevi, sindaco di Monza e presidente del Consorzio Parco e Villa. Anche se "al momento non ci è stata sottoposto alcun accordo. Il giorno in cui ci faranno una proposta formale la valuteremo", chiarisce Attilio Navarra, legale rappresentante della società Nuova Villa Reale Monza (costituita dal raggruppamento di imprese che aveva vinto il concorso internazionale per il recupero e la valorizzazione della Villa e dei giardini reali assicurandosi anche la gestione ventennale del corpo centrale della reggia restaurato nel 2014).

Mercoledì ha scritto l’ennesima lettera al Consorzio rinnovando la richiesta di un incontro per ragionare sulla riapertura della "sua" porzione di Villa, ma la risposta potrebbe non arrivare mai. Almeno fino a quando non sarà nominato ufficialmente il nuovo direttore del Consorzio. Il nome di Giuseppe Distefano ha avuto la benedizione di tutti (Regione, Comuni di Milano e Monza), manca soltanto il parere del ministero per i Beni e le attività culturali che tarda ad arrivare. E così, riconosce Navarra, "anche il sindaco è ostaggio della burocrazia che gli impedisce di procedere con la nomina definitiva". Perché "oggi il problema serio è capire come affrontare il periodo di transizione, come riaprire la Villa in sicurezza – spiega Navarra –. Il nostro interesse è quello di riaprire la Villa e dare continuità alla gestione, ma risolvendo i problemi".

Problemi che nel dicembre scorso avevano portato Nuova Villa Reale a inviare al Consorzio un atto di recesso dal contratto di concessione con tanto di richiesta di 8 milioni e 307mila euro tra penali, recupero dell’investimento e copertura dei costi "che si stima da sostenere in conseguenza dello scioglimento anticipato". È dal 31 gennaio del 2017 che formalmente Navarra ha chiesto la revisione del piano economico-finanziario della concessione alla luce dei bilanci in perdita (quasi un milione e mezzo all’anno). Alla base di tutto c’è, sostanzialmente, la mancata realizzazione del progetto di riqualificazione delle altre ali della Villa oltre il primo lotto che ha riguardato il corpo centrale, ovvero quanto previsto dal progetto Carbonara che "era allegato al bando internazionale che poi abbiamo vinto".

Tanto che "noi ci siamo candidati proprio perché c’era quella prospettiva, altrimenti non avremmo mai risposto al bando". Il risultato è che il corpo centrale della Villa è rimasto chiuso anche dopo la fine del lockdown. Sul fronte occupazionale, "sono stati attivati gli ammortizzatori sociali – precisa Navarra –, ma in assenza di una soluzione concertata, la concessionaria non potrà non dare seguito alla disdetta, cessando di fatto l’attività su Villa, con ogni conseguenza sui dipendenti".