La Montagnola “piange“ per colpa delle infiltrazioni d’acqua e il Comune, pur di sistemarla, è pronto ad andare per vie legali. Tanto che ha già incaricato un avvocato per seguire la questione. Primo inghippo per la splendida Villa Borromeo ad Arcore che l’amministrazione comunale usa in leasing: "Una scelta della Giunta precedente, la proprietà non è più nostra, ma di banca Intesa alla quale paghiamo 600mila euro di affitto l’anno", ricorda il sindaco, Maurizio Bono, che per mesi ha rincorso "la società che dovrebbe fare manutenzione (compresa all’interno del canone, ndr), ma non si è mai vista".
Per non lasciare nulla di intentato il primo cittadino ha firmato lettere di contestazione "senza risposta" e coinvolto la Soprintendenza, alla quale, in caso di ritocco sul gioiello brianzolo ristrutturato dopo decenni di degrado, spetta l’ultima parola. L’accidentata annata del tesoro artistico e architettonico "è scoppiata con le piogge battenti degli ultimi mesi – ancora Bono –, ma bisogna capire se alla base di tutto ci siano difetti di ristrutturazione o sia carente il programma di cura che si deve avere per un bene così importante". Per chiarirlo il primo cittadino chiederà un accertamento tecnico preventivo, "così andremo a fondo della causa e individueremo il nostro interlocutore". A puntare i riflettori sui problemi della Villa era stata la minoranza, il Pd, con un’interrogazione nell’autunno scorso. E qualche giorno fa in aula il Consiglio ha approvato uno stanziamento di 60mila euro per tamponare la situazione in attesa di risolverla in maniera definitiva. "Sono preoccupato – non si nasconde il sindaco –, bisogna arginare il rischio, le facciate consumate dall’acqua sono una ferita per tutti". L’edificio è stato riconsegnato al pubblico nel 2018 alla fine di un recupero costoso e complesso, valore 18 milioni di euro, portato avanti da Italiana Costruzioni.
Un progetto messo a punto, spiegava all’epoca l’amministrazione di centrosinistra, "per restituire agli arcoresi un pezzo delle loro radici e del loro orgoglio". Così da allora eventi pubblici e privati hanno riempito le stanze dove la nobiltà lombarda visse la Belle Époque fra Giardino d’inverno, colonne, stucchi e affreschi. Un tuffo nella bellezza che rischia di dover essere difesa a colpi di carte bollate. "Andremo fino in fondo – promette Bono – per evitare che il degrado avanzi, la gente deve avere il meglio". Villa Borromeo fu costruita a metà Settecento e rimaneggiata due volte nel secolo successivo fino alla forma attuale, "che deve essere preservata a tutti i costi".