Varedo, ragazzini minacciati con coltello e rapinati del cellulare in stazione

Vittime due tredicenni, rapinati in pieno giorno

 La stazione ferroviaria  di Varedo è stata teatro della rapina:  la sicurezza  in quest’area  è sempre problematica (Brianza)

La stazione ferroviaria di Varedo è stata teatro della rapina: la sicurezza in quest’area è sempre problematica (Brianza)

Varedo (Monza e Brianza) - Ancora le stazioni come terra di nessuno. Ancora minorenni protagonisti, questa volta nel mirino. Ancora la Snia come “buco nero”, dal quale può spuntare qualsiasi pericolo o malintenzionato, che poi svanisce di nuovo nel nulla. Così, due ragazzini di appena 13 anni sono stati vittima di una rapina in pieno giorno. Per mano di un nordafricano, armato di coltello. Che ha portato via il cellulare a uno dei due. Sono le 14.30 quando i due amici, residenti in città, decidono di farsi un giro verso Bovisio, per trascorrere qualche ora serena in compagnia. Allora si recano in stazione e, in attesa del treno, si siedono su una banchina in fondo.A un certo punto , ecco spuntare lo straniero, sconosciuto. Questo si avvicina e attacca bottone. Addirittura, offre una birra, «la volete?». I due la rifiutano, giustamente.

Per il nordafricano è solo il modo per metterli nel mirino. Subito dopo infatti, estrae dalla tasca un coltello e lo punta a uno, intimando di consegnare il cellulare. Terrorizzato, l’adolescente esegue l’ordine.Il balordo, soddisfatto, si allontana a passo spedito, scavalca agilmente un muretto e ritorna nel “buco nero” dell’ex Snia, la fabbrica dismessa negli ultimi mesi teatro di sempre più giri strani, reati, misteri. Nonostante i controlli, i blitz, le attenzioni dei carabinieri della Compagnia di Desio, che fanno il possibile per monitorare una area vastissima, privata, impervia. I due ragazzini corrono verso la caserma dell’Arma e fanno denuncia. Vengono chiamati i genitori, che accorrono immediatamente. «Sono amareggiata, preoccupata, schifata, non ho parole...», si sfoga la mamma sui social network.

I militari hanno ascoltato il racconto della vittima e del suo amico, testimone diretto. Hanno tracciato un primo identikit del personaggio e hanno avviato le indagini per cercare di risalire presto alla sua identità e rintracciarlo il prima possibile, per assicurarlo alla giustizia.