Varedo, incendio all'ex Snia: "Una bomba a orologeria, qualcuno paghi"

Partiti e residenti d’accordo: quel deposito era a rischio, troppe lungaggini burocratiche hanno bloccato lo smaltimento

I Vigili del fuoco sono stati impegnati tutto il giorno per domare le fiamme all'ex Snia

I Vigili del fuoco sono stati impegnati tutto il giorno per domare le fiamme all'ex Snia

Solaro (Monza)  Bruciore e irritazione alla gola e agli occhi sono i fastidi più comuni lamentati ieri mattina a Solaro, così come a Ceriano Laghetto e Cogliate, che si trovano rispettivamente a 6, 7 e 8 chilometri in linea d’aria dall’ex Snia di Varedo, dove dalle prime ore dell’alba si è sviluppato il maxi incendio. Le correnti hanno spostato il fumo verso Nord Ovest, coprendo anche il cielo di questi comuni, oltre a quello di Limbiate, diventato subito nerissimo. Sono state tantissime le segnalazioni che hanno privilegiato, come spesso accade di questi tempi, i canali social. C’è grande preoccupazione per la qualità dell’aria e c’è grande rabbia per quello che viene percepito da tutti come un disastro annunciato, che non si è riusciti ad impedire.

È in sostanza quel che scrive il Partito democratico, in una nota firmata dal capogruppo regionale Fabio Pizzul e dal consigliere regionale Gigi Ponti con il segretario cittadino Stefano Zini: "L’incendio, di natura probabilmente dolosa, era, purtroppo, ampiamente prevedibile. Perché da tempo giravano informazioni circa possibili azioni illegali legate al ciclo dei rifiuti in Brianza. Una circostanza dunque nota, che destava preoccupazione anche nella popolazione ormai esasperata dalle condizioni di abbandono dell’area". Dal Pd l’invito alla Regione, tramite i tecnici Arpa "a monitorare e fare approfondite verifiche, anche nei prossimi giorni e settimane, sulla falda acquifera, perché le conseguenze di un incendio di tale portata potrebbero riguardare non solo l’aria, ma anche il sottosuolo".

Replica Andrea Monti, vicecapogruppo della Lega in Regione: "Il sindaco di Varedo ha pungolato tutte le autorità competenti per cercare di far rimuovere i rifiuti abbandonati; il problema è che si è stati vittime di procedure farraginose che hanno allungato all’infinito i tempi per l’intervento. Ricordo che quando un’area è sotto sequestro non si può spostare nulla". «Adesso - aggiunge Monti - qualcuno ha incendiato i rifiuti ed è sospetta la coincidenza con il fatto che settimana prossima sarebbe partita la procedura di stoccaggio e smaltimento. Non sappiamo se quanto è successo sia una casualità, ma è inquietante". "Ora l’incendio avvantaggia le tasche di qualcuno da un costo rilevante per la riqualificazione dell’area - dice il pentastellato Marco Fumagalli -. C’è da chiedersi perché quei rifiuti non siano stati rimossi prima. Non è possibile che, fallimenti, burocrazia, questioni di competenza, abbiano impedito lo sgombero. C’è un’evidente noncuranza delle competenti autorità. Qualcuno di questa inerzia è responsabile e deve pagare". Preoccupati i liberi commentatori sulle pagine social che mostrano grande diffidenza di fronte alle rassicurazioni di Arpa circa la classificazione di non pericolosità dei rifiuti e che puntano il dito contro la sostanziale inerzia delle istituzioni, a vario livello, che erano al corrente da tempo della presenza di una "bomba ad orologeria" nell’ex Snia e che non sono riusciti a disinnescarla.