Usmate Velate, la maestra rinata dopo l'anoressia: "Salvata dai miei bambini"

Marta Beccalli racconta la sua vittoria per aiutare tante ragazze divorate dalla malattia

 Marta guarita dall anoressia

Marta guarita dall anoressia

Usmate Velate (Monza), 9 agosto 2022 - "La strada è ancora lunga. Una fetta di lasagna o una pizza mi fanno paura. Ma sto affrontando questo percorso con tenacia perché i miei bambini mi aspettano. Sono loro che mi danno una carica immensa, anche nei momenti di difficoltà".

Sono proprio i bimbi della scuola elementare di Usmate Velate ad aver salvato dall’anoressia la maestra Marta Beccalli. Ed è la stessa Marta, 26 anni, a voler raccontare la sua storia, non solo per ringraziare i suoi bimbi, ma anche per incitare le altre ragazze che come lei stanno attraversando il dramma dell’anoressia a non arrendersi. Quella di Marta è una storia di grande sofferenza, ma anche di determinazione per ricominciare a vivere. L’esordio della malattia una decina di anni fa dopo la separazione dei suoi genitori. In quel periodo studentessa al liceo Dehon di Monza, Marta ha iniziato la sua battaglia contro i chili e la bilancia. Ma un percorso con uno specialista le ha permesso di rimettersi fino a quando, quasi due anni fa, l’anoressia è ricomparsa. Nel frattempo si è laureata in Scienze dell’educazione e a breve anche in Scienze della formazione primaria. Nell’ottobre di due anni fa guardandosi allo specchio si vedeva sovrappeso. A quel punto è scattata la dieta ma, già vittima dieci anni prima dell’anoressia, anche questa volta non è riuscita a controllare il suo rapporto malato con il cibo.

"Mi pesavo 15 volte al giorno, conoscevo a memoria la quantità esatta delle calorie che introducevo. E poi non mi fermavo mai. Percorrevo anche 20 chilometri al giorno pur di bruciare le calorie, continuavo a camminare anche quando ero stremata. Fino a quando sono arrivata a pesare 42 chili". Troppo poco per quello scricciolo alto un metro e 70 che continuava, suo malgrado, a vedersi sovrappeso. Alla fine, esausta, ha accolto l’invito dei familiari a farsi aiutare. Un ricovero di tre mesi in una clinica specializzata di Parma, da cui è uscita col terrore che quelle porte si sarebbero riaperte non appena il peso fosse calato. Ma a salvarla, questa volta, c’erano i suoi bambini. In autunno la chiamata per una cattedra nella scuola brianzola. "Un mio desiderio che si avverava. Ero innamorata di quel lavoro e se mi fossi nuovamente ammalata avrei dovuto abbandonare gli alunni"". A quel punto la battaglia è continuata. "Non ho più l’ossessione di muovermi in continuazione. Con lo sport ho un rapporto sano. Ho smesso di contare le calorie. Finito di mangiare non corro più al bagno a vomitare. Lo devo fare per me stessa e per i miei bambini".