STEFANIA TOTARO
Cronaca

Urbanistica e mazzette. Il carcere non è più necessario. Ai domiciliari il costruttore Riva

Il Riesame alleggerisce la misura cautelare per il figlio del sindaco di Vimercate degli anni ’70. Anche gli avvocati degli altri sette indagati sono orientati a fare ricorso e chiedere la libertà.

Urbanistica e mazzette. Il carcere non è più necessario. Ai domiciliari il costruttore Riva

Urbanistica e mazzette. Il carcere non è più necessario. Ai domiciliari il costruttore Riva

Dopo la revoca dei domiciliari all’immobiliarista lecchese Luigi Roncalli, i giudici della libertà scarcerano il costruttore Alberto Riva (nella foto), figlio di Ezio, sindaco di Vimercate negli anni ’70, concedendogli gli arresti nella sua abitazione. Il Tribunale del Riesame di Milano sta alleggerendo le misure di custodia cautelare chieste dal pm Carlo Cinque e firmate dalla gip Angela Colella per l’inchiesta sulla presunta corruzione urbanistica al Comune di Usmate Velate che vede al centro l’ex capo dell’ufficio tecnico Antonio Colombo. Per Luigi Roncalli, difeso dall’avvocato Davide Steccanella, i giudici hanno disposto solo la misura interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriali e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per un anno. Per Riva, difeso dagli avvocati Attilio Villa e Vanessa Colnago, il carcere non è stato ritenuto necessario per le esigenze cautelari.

Oggi invece al Tribunale di Monza verranno discussi i primi ricorsi per il Riesame patrimoniale contro i sequestri preventivi dei capitali delle società coinvolte nell’inchiesta. Sotto la lente il provvedimento deciso per Roncalli e per l’ex geometra di Berlusconi, il 75enne di Macherio Francesco Calogero Magnano che con la sua avvocata Roberta Minotti ha presentato ricorso anche ai giudici della libertà per vedersi annullare o modificare l’ordinanza di custodia cautelare che l’ha messo agli arresti domiciliari. E via via la stessa strada stanno prendendo anche molti degli altri 7 indagati dopo che la gip monzese ha disposto che restino in carcere il funzionario pubblico, difeso dallo studio legale Della Valle e l’immobiliarista Galdino Magni e agli arresti domiciliari l’immobiliarista Ancilla Cantù, difesa dall’avvocato Ivan Colciago. Molti di questi indagati avevano presentato a Monza istanza di modifica della misura di custodia cautelare, osteggiata dalla Procura e respinta dalla giudice, secondo cui a rendere ancora necessaria la misura cautelare sarebbero il pericolo di inquinamento delle prove e della reiterazione del reato. Considerazioni motivate però con argomentazioni solo teoriche e non legate alle reali situazioni degli indagati, sostengono invece i legali, che si stanno armando per combattere a colpi di ricorsi.