
Una manciata di anni fa Monza era andata vicina a diventare la ’Wimbledon italiana’. Un sogno cullato nel fascino del...
Una manciata di anni fa Monza era andata vicina a diventare la ’Wimbledon italiana’. Un sogno cullato nel fascino del più antico e prestigioso torneo di tennis al mondo. Quello di ospitare un torneo Atp 250 con i migliori tennisti al mondo, organizzato nell’autodromo della Formula Uno. Era il 2019 e il dossier-Monza prevedeva 6 campi in erba all’interno del circuito (nella foto il progetto) che sarebbero stati allestiti e smontati a ogni edizione: 5 nell’area paddock, con 3 campi di allenamento e 2 di gara ognuno con 2.500 posti a sedere. Il campo centrale, invece, sarebbe dovuto sorgere sul rettilineo di partenza: per i 5mila posti a sedere previsti da regolamento, avrebbero sfruttato le tribune esistenti dell’autodromo e poi sarebbero state montate altre due tribune nei due lati corti del campo per creare un ’catino del tennis’.
Il progetto - portato avanti da Giorgio Tarantola - era stato ribattezzato ’Monza Open 2020’ e per sostenerlo gli organizzatori avevano alzato l’asticella, portando il montepremi a un milione di euro oltre a un’automobile. Uno dei montepremi più ricchi al mondo per un torneo Atp. E affidato la consulenza tecnica per la progettazione all’australiano Shayne Reid, guru del settore che ha contribuito a realizzare diversi campi in erba per i match di Coppa Davis e ha lavorato a Wimbledon accanto ai “giardinieri del tennis” più famosi al mondo. Poi, però, la scelta su dove organizzare il torneo Atp a cui si era candidata Monza, è ricaduta su Maiorca, la città di Rafa Nadal. Del resto, allora il mito Sinner non era ancora esploso.
M.Galv.