
Una richiesta danni su tre dalla Lombardia
Migliaia di richieste in un mese arrivate da tutta Italia, di cui un 30% dalla Lombardia. Sono i primi dati di monitoraggio della Consulcesi, network europeo dedicato ai professionisti sanitari che, col team legale, ha avviato la causa Aria Pulita, per la richiesta di risarcimento nei Comuni in cui la Corte Europea ha accertato la violazione della direttiva 200850 sulla salubrità dell’aria. Pochi giorni fa, in Francia, lo Stato è stato condannato per la prima volta a indennizzare vittime di smog, per il superamento della soglia di inquinamento nella regione di Parigi.
"Con ben 60 mila morti premature attribuibili all’inquinamento ogni anno (15mila in Lombardia solo per le Pm2.5, ndr), l’Italia è il prossimo paese ad essere inondato di azioni legali in cui lo Stato dovrà risarcire i cittadini e rendere conto dei danni causati dallo smog, come sta accadendo in queste ore in Francia e in Germania", commenta Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi.
Rispetto al caso francese, l’azione legale italiana è estesa anche a chi non ha riportato ancora danni dimostrabili alla salute: basta il certificato di residenza in uno dei 3384 comuni compresi nelle violazioni accertate dall’Europa (molti sono in Lombardia). Del 30% di adesioni lombarde, oltre il 60% viene da Milano e provincia. Numeri significativi, però, iniziano a registrarsi anche a Brescia, Varese, nella provincia di Monza Brianza, ma anche in comuni più piccoli come Treviglio e Trescore Balneario (Bergamo), Travacò Siccomario (Pavia).
Da vedere il risultato alla prova del tribunale, ma secondo quanto riporta il team legale, è possibile richiedere un risarcimento pari a 36mila euro per ogni anno in cui si è riseduto nell’area dove la Corte Ue ha accertato la violazione tra il 2008 ed il 2018 per un totale, dunque, di oltre 300mila euro.F.P.