MONICA GUZZI
Cronaca

Un mestiere che cambia. All’Accademia del legno fra prototipi e robot: "Qui nasce l’artigiano 4.0"

Più di 300 studenti alla scuola di alta formazione della filiera del mobile di Lentate sul Seveso. Si fa lezione in laboratori avveniristici e in un auditorium con il meglio del SaloneSatellite.

Più di 300 studenti alla scuola di alta formazione della filiera del mobile di Lentate sul Seveso. Si fa lezione in laboratori avveniristici e in un auditorium con il meglio del SaloneSatellite.

Più di 300 studenti alla scuola di alta formazione della filiera del mobile di Lentate sul Seveso. Si fa lezione in laboratori avveniristici e in un auditorium con il meglio del SaloneSatellite.

"Quando un ragazzo mette piede in questa scuola, all’80 per cento è già iscritto". Impossibile dare torto a Luigi Mettica, direttore di Artwood Academy, la scuola di alta formazione di design del legno e falegnameria contemporanea nata dall’intuizione, quasi vent’anni fa, dell’allora presidente di Federlegno Rosario Messina, diventata fondazione nel 2014 con una sede provvisoria, e dal 2018 nella sua veste definitiva.

Più che una scuola, sembra un laboratorio del futuro, mille metri quadrati di alta tecnologia per passare dall’idea al prototipo in 3D, anche se la materia prima è il legno, mentre l’auditorium ospita trecento pezzi unici, donati da aziende e designer in 23 anni di attività al SaloneSatellite. Oggetti e arredi nati come prototipi ed entrati poi in produzione, che arrivano quasi ogni giorno da tutto il mondo a Lentate sul Seveso, dove vengono esposti ciclicamente. Un contenitore, quello dell’accademia, ideale per mostrare, come spiega Marva Griffin, curatrice e fondatrice della mostra SaloneSatellite al Salone del Mobile di Milano, attraverso gli oggetti che “ce l’hanno fatta“, il passaggio dall’idea alla realizzazione, fino al gradimento del pubblico.

Chi arriva qui non se ne va, e per la filiera del legno-arredo questa scuola è una vera fucina di talenti. "Oggi contiamo 315 studenti, 150 nella formazione professionale e 165 che seguono la formazione post diploma, fanno tante ore nelle aziende e che appena escono trovano immediatamente lavoro, spesso senza passare nemmeno dal tirocinio (eccetto quello scolastico, s’intende, ndr) – spiega Luigi Mettica –. Ma ne servirebbero molti di più. Abbiamo un numero di richieste che rappresenta il quadruplo rispetto ai ragazzi che qui vengono formati".

E proprio in questo sta la sfida: riportare i giovani, e soprattutto le famiglie, a scommettere su un lavoro manuale, anche se altamente specializzato e in gran parte aiutato dalle nuove tecnologie. Ciò è possibile "se non si costringe il ragazzo a seguire gli schemi del passato – continua Mettica –. Penso ai nostri studenti come agli artigiani 4.0".

L’offerta, in collaborazione con istituzioni, aziende, università, Federlegno, Confartigianato, Camera di commercio e tutti gli enti di formazione del territorio, propone una filiera completa. "Un ragazzo qui può entrare in prima superiore e uscire dopo 7 anni con un diploma Its, oppure in 3 anni con la qualifica, o dopo 4 con un diploma di tecnico professionale, o ancora in 5 anni con una specializzazione, più altri 2 per la specializzazione tecnico-superiore".

A Lentate, nel modernissimo contenitore realizzato al posto di un vecchio deposito di munizioni dell’esercito, bonificato e oggi in via di sviluppo con nuove aule e foresteria per chi arriva da fuori regione, c’è chi entra a 14 anni e chi a 19, ci sono liceali e ragazzi con la laurea triennale dell’università in tasca. I più giovani imparano, accanto all’abc della falegnameria di base, l’utilizzo delle macchine e l’integrazione con la tecnologia digitale: disegno in Cad, modellazione e prototipazione in 3D, e dopo il diploma studiano marketing, digital marketing, design. Tutta linfa vitale per il settore che fu di mastro Geppetto. Ce n’è bisogno. "Le aziende brianzole hanno due punti di forza – conclude Mettica – la qualità e la capacità di penetrazione sui mercati esteri. Questi elementi vanno mantenuti vivi, per farlo e per stare sul mercato c’è bisogno di un ricambio generazionale".