Un docufilm racconta due anni di pandemia

Al Cineteatro Sant’Angelo verrà proiettato “L’onda lunga”, l’ultimo lavoro del regista Simone Pizzi

Migration

Due anni di pandemia a Milano e dintorni, raccontati in un docufilm che indaga non solo sugli aspetti sanitari, ma soprattutto su quelli sociali.

L’appuntamento è per domenica pomeriggio, alle 16, al Cineteatro Sant’Angelo di via Garibaldi, dove verrà proiettato “L’onda lunga”, l’ultimo lavoro del giovane regista milanese Simone Pizzi.

La pellicola indaga su storie emblematiche vissute nei lunghi mesi di lockdown e di come la città di Milano, in un clima generale di smarrimento e paura ha però visto molti reagire a livello personale, sociale e istituzionale.

"L’evento vuole essere un momento di riflessione e di scambio sulla pandemia" spiegano i volontari che curano la sala cinematografica parrocchiale e che hanno programmato la proiezione che sarà seguita da una tavola rotonda e un confronto con il pubblico alla presenza del regista. “L’onda lunga” racconta mesi di dolore e di ansia che hanno attraversato persone e famiglie. Cosa abbiamo imparato? È cambiata la nostra vita? Come cambierà? Sono alcune delle domande che intende porre il lavoro di indagine attraverso la pellicola. In particolare si vuole mettere a fuoco quanto hanno saputo fare istituzioni e associazioni religiose e laiche per affrontare l’emergenza, chiedendosi se questo potrà portare a una maggior collaborazione in futuro.

Il progetto del documentario è stato realizzato da “In Dialogo-cultura e comunicazione” nell’ambito di un bando di Fondazione di Comunità Milano, insieme ai partner di progetto Caritas Ambrosiana, Acli Milano, Azione cattolica ambrosiana e Comunità Sant’Egidio. "Questo documentario - dice Simone Pizzi - è stato pensato all’inizio della pandemia, con l’errata convinzione di riuscire a raccontare al passato quello che il virus ha rappresentato per tutti noi. Invece l’estendersi della pandemia ci ha costretti a realizzare un film al presente.

Forse un bene per la forza del racconto, non certo per il pianeta".

Come spiega Paolo Danuvola, presidente di In Dialogo-cultura e comunicazione, "il regista Simone Pizzi, dopo il successo del precedente docufilm “Come te stesso”, realizzato nel 2019 ai tempi del Sinodo delle genti, questa volta racconta l’impatto della pandemia non in situazioni estreme ma in realtà della porta accanto, del vicino di casa che si trovava da un giorno all’altro senza lavoro o addirittura senza garanzie. Ma alla sofferenza incontra tanti esempi di generosità, di persone che si sono attivate nei Centri di Ascolto delle parrocchie come negli Hub alimentari delle organizzazioni no-profit".

Gabriele Bassani