Traffik e Jordan, l'educazione criminale dei due trapper arrestati

Insulti ai poliziotti, salti sulle auto dei carabinieri, minacce di morte a Brumotti: le "imprese" degli autori dell’aggressione al nigeriano di Carnate

Monza - Gianmarco Fagà, in arte Traffik, romano, 26 anni, già condannato per violenze nei confronti dell’ex fidanzata. E il suo “socio” Jordan Jeffries Baby, al secolo Jordan Tinti, 25 anni, monzese. Quest’ultimo in particolare era un volto noto in città, dove per le sue imprese si era guadagnato da parte dei giudici la nomea di trapper "socialmente pericoloso". Perché - avevano scritto nel 2021 - i video che gira mentre offende e insulta i poliziotti o si mette a saltare sulla macchina dei carabinieri, poi li pubblica sulle "piattaforme social frequentate da un pubblico di giovanissimi follower, che possono essere facilmente indotti ad assumere comportamenti emulativi e pericolosi".

Ecco perché per il tribunale meritava un anno di sorveglianza speciale con obbligo di non uscire di casa dalle 22 alle 7 della mattina dopo e il divieto di spostarsi dal suo comune di residenza. Anche perché oltre ai video in cui insulta le forze dell’ordine o quelli in cui urina sui verbali che gli notificano, Tinti ha "postato" di peggio. Per esempio la sequenza di un rapporto sessuale con una 18enne che gli aveva espressamente vietato di diffondere quelle immagini e invece si era ritrovata a tradimento su Instagram (3mila visualizzazioni in 20 minuti). E per un caso del genere non si poteva certo parlare di bravate che "potrebbero trovare spiegazione in una (distorta) logica di marketing e sponsorizzazione del proprio personaggio sul piano artistico musicale", avevano osservato i giudici, ma di comportamento gratuito nei confronti di una persona si è trovata "improvvisamente esposta alla curiosità di migliaia di suoi follower e profondamente violata nella sfera più privata".

Tanto da uscirne profondamente scossa, evitando di andare a scuola per giorni. Tinti era già assurto agli onori delle cronache a Monza, si fa per dire, per una querela da Vittorio Brumotti di Striscia per l’aggressione subita ad opera del trapper e dai suoi amici sia sui social che dal vivo in occasione di un servizio girato dall’inviato del noto programma televisivo. Ne erano seguite minaccedi morte e insulti pesanti veicolati sul web.

Erano stati gli agenti della squadra mobile di Monza a individuare gli autori delle minacce via web a Brumotti e ad avere a che fare per la prima con Jordan con un suo “collega“, entrambi monzesi: perquisiti, era stato loro sequestrato materiale elettronico e 40 grammi di marijuana. Ne era uscita una denuncia per istigazione a delinquere e atti persecutori, oltre che per spaccio di sostanze stupefacenti.

Sorpreso dalla polfer alla stazione ferroviaria di Monza con uno sfollagente telescopico era inoltre stato denunciato per porto di oggetti atti a offendere e nella stessa serata aveva pubblicato sui social un video di minaccia contro i poliziotti che lo avevano fermato. Anche quest’ultimo comportamento gli era valsa una ulteriore denuncia, per minaccia e diffamazione.

Davanti ai giudici milanesi il giovane aveva spiegato di aver interrotto gli studi al secondo anno di superiori e dopo vari lavori essere approdato alla carriera artistica a 21 anni, firmando un contratto con una nota casa discografica. E aveva assicurato di aver avviato un programma con il Sert per uscire dalla tossicodipendenza.

La sezione misure di prevenzione del tribunale nel disporre la sorveglianza speciale per un anno richiesta dalla Questura di Monza, aveva osservato che il trapper "negli ultimi anni ha posto in essere in modo sistematico ed ostinato (...) comportamenti oggettivamenente antisociali e pregiudizievoli per socurezza e la tranquillità pubblica".