BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Traffici di “famiglia“. Il covo degli spacciatori a casa di una mamma

Dieci arresti, un gruppo di marocchini riforniva la piazza fra Cornate a Sulbiate. Sequestrati cocaina e hashish. Clienti insospettabili: operai, dirigenti, casalinghe.

Dieci arresti, un gruppo di marocchini riforniva la piazza fra Cornate a Sulbiate. Sequestrati cocaina e hashish. Clienti insospettabili: operai, dirigenti, casalinghe.

Dieci arresti, un gruppo di marocchini riforniva la piazza fra Cornate a Sulbiate. Sequestrati cocaina e hashish. Clienti insospettabili: operai, dirigenti, casalinghe.

Avevano messo a punto un vero e proprio supermarket della droga con clienti fra Cornate, Sulbiate e Verderio, ma i carabinieri di Vimercate hanno sgominato la banda, 9 uomini e 1 donna tutti di origini marocchine, tra i 20 e i 48 anni residenti in Brianza, nel Lecchese e nella Bergamasca.

Menti e cavalli che distribuivano la merce, la risposta a un mercato fiorente con domanda di insospettabili che non conosce crisi fra impiegati, operai, studenti, dirigenti, casalinghe. Tutti a servirsi nel triangolo dove i pusher avevano messo radici. Fra loro anche la madre di due bambini, è dal via vai di acquirenti nel suo appartamento che gli investigatori sono partiti per ricostruire tutto il giro.

Un’indagine complessa ha portato a smantellare l’organizzazione, il blitz è scattato martedì, all’alba.

I militari hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di Monza Elena Sechi su ordine della Procura (in foto il procuratore capo Claudio Gittardi).

Solido l’impianto accusatorio costruito attorno al gruppo che smerciava soprattutto cocaina e hashish, al lavoro fra novembre 2023 e marzo 2024.

Un’opera minuziosa di ricerca è servita a ricostruire tutto il mondo che gravitava attorno a casa della donna e ha permesso agli inquirenti di risalire all’altra base, una macelleria islamica poco distante dall’abitazione della mamma.

La catena dello spaccio è stata messa a fuoco grazie ad appostamenti, incrocio di dati di cellulari e di immagini in arrivo dalle telecamere. All’analisi è finita un’importante mole di informazioni e i carabinieri guidati dal capitano Giuseppe Della Queva sono riusciti a ricostruire l’intero puzzle, documentando gli affari sporchi, protagonista una clientela numerosa e diversificata.

Le pattuglie hanno sequestrato 150 grammi di hashish, 250 di cocaina e oltre 15mila euro in contanti. Parte degli stupefacenti era nascosta in barattoli sotterrati nelle campagne del Vimercatese, dove sono stati trovati anche due machete e una pistola a salve senza tappo rosso di ricnoscimento.

Gli otto finiti in manette ora si trovano in carcere, a Milano San Vittore, Lecco, Monza, Bergamo e Como.

Due pusher sono sfuggiti alla cattura e le ricerche sono in corso, ma la loro latitanza potrebbe durare poco, un undicesimo complice è stato denunciato a piede libero, per lui le accuse sono le stesse degli altri indagati.