REDAZIONE MONZA BRIANZA

Topi di biblioteca. La lettera di Radetzky e le nozze a sorpresa come Renzo e Lucia

Quel testo medico del Seicento che piacerebbe tanto a un farmacista e i reperti archeologici trafugati dopo i bombardamenti della Panzer Division.

La trascrizione di un atto giudiziario di matrimonio del 1629 era sparita dalla Biblioteca Trivulziana

La trascrizione di un atto giudiziario di matrimonio del 1629 era sparita dalla Biblioteca Trivulziana

È un momento cruciale delle guerre di indipendenza italiana, le truppe austriache sono in difficoltà, le Cinque Giornate di Milano rimarranno nella storia del Risorgimento. Ed è allora che viene scritta una lettera, datata 19 marzo 1848, a firma del feldmaresciallo Johann Josef Radetzky, Governatore militare della Lombardia, e diretta al Comando militare di piazza di Bergamo, che fino ad allora aveva potuto contare su una guarnigione di due battaglioni. Il feldmaresciallo ordina che uno di questi battaglioni, quello di fanteria dell’Arciduca Sigismondo, venga inviato di rincalzo a Milano, "bisogna contenere la rivolta". Conservata nell’Archivio di Stato di Bergamo, i carabinieri hanno trovato questa missiva in vendita in un’attività commerciale estera e, "grazie alla consueta sinergia tra le Istituzioni", l’importante documento archivistico demaniale è rientrato in patria attraverso i canali diplomatici. Lettere, ma anche libri e documenti. Come una “carta“ che era sparita dalla Biblioteca Trivulziana di Milano: datata 1629, ampollosamente nominata come “D. Co. Caroli Balbiani Belgioiosi. Dominus illumimnatio mea Ex dispositione Nov. Const. in tit. de poenis §. matrimonia, cautum est matrimonia clandestina esse non debere...“ dall’autore Gio Battista Bagliotti e stampata in un elegante carattere corsivo, si tratta della trascrizione di una complessa memoria concernente gli aspetti giuridici di una vicenda accaduta a Milano agli inizi del ‘600: le nozze tra Carlo Barbiano di Belgioioso (1608-1656) e Francesca Malombra (1614-1641), contratte senza il consenso di chi aveva la tutela legale della giovane, ricorrendo all’artificio del considdetto “matrimonio a sorpresa”, vale a dire la dichiarazione della formula matrimoniale di fronte a ignari testimoni. Un po’ come quello che avrebbe voluto fare Renzo Tramaglino con la sua Lucia nei Promessi Sposi davanti a Don Abbondio.

Individuato in vendita on line sul mercato antiquario, ora è tornato a casa. E un altro importante testo raro della stessa epoca, datato 1682, l’ “Universale Theatro Farmaceutico” dell’autore Antonio De Sgobbis, farmacista veneziano, al Nobile Collegio Chimico Farmaceutico di Roma, era stato sottratto nel 1985 ed è stato individuato in vendita all’asta sul mercato antiquario milanese. Il volume, che rese l’autore famoso in tutta Europa e di cui si conoscono pochissime copie, rappresenta un’opera strutturata e dettagliata molto rara per l’epoca, una specie di prototipo enciclopedico piuttosto che un manuale di uso pratico da riporre e consultare in farmacia. Inoltre, a rendere particolarmente pregevole l’opera fu anche il suo editore, la Stamperia Baglioni di Venezia divenuta molto famosa già nel 1607 per essere stata scelta da Galileo Galilei per la sua Difesa contro le accuse di Baldassare Capra e il Sidereus Nuncius. Occorre invece tornare alla Seconda guerra mondiale per ricostruire la restituzione allo Stato per il tramite della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento di numerosi reperti di natura archeologica già conservati presso la Torre di Pandolfo di Capodiferro ubicata a Sessa Aurunca. La Torre aveva subito il bombardamento e una razzia da parte delle truppe di occupazione tedesche del 15° Panzer Gran Division I.C. ‐nel 1943.

I beni recuperati, prima del loro trafugamento, erano già musealizzati in quello che era conosciuto come Museo della Civiltà Aurunca, eretto nel 1926 dall’allora Ministro dell’educazione nazionale Pietro Fedele. Al termine della guerra i beni dispersi furono oggetto di una specifica indagine condotta dall’allora ministro plenipotenziario Rodolfo Siviero, a capo del Comitato per le restituzioni.

Nel corso dei consueti controlli delle piattaforme di e-commerce e dei siti specializzati nella vendita di opere d’arte, i carabinieri del Nucleo Tpc si sono ritrovati davanti alcuni di questi beni archeologici e, dopo un’articolata indagine in collaborazione con i funzionari della SABAP e personale dell’Istituto Centrale del Restauro, sono riusciti ad accertarne la provenienza proprio dalla Torre di Pandolfo di Capodiferro e a restituirli.

Da.Cr.