
Tentato omicidio alla Gomorra. Accerchiato e accoltellato. Il colpevole prova a patteggiare
Per la brutale aggressione di gruppo ai danni di un pakistano a Capodanno 2023 a Meda vuole patteggiare 5 anni l’unico maggiorenne del branco. Il 20enne di Cabiate, ancora in carcere, ha concordato con la Procura di Monza la pena, che però a maggio dovrà essere vagliata dalla gup del Tribunale di Monza Angela Colella. All’udienza si costituirà parte civile con l’avvocato Francesco Ferreri la vittima del tentato omicidio, un 34enne pakistano residente a Meda. Con il 20enne erano stati arrestati dai carabinieri anche il fratello minorenne e altri due minorenni residenti a Seregno e Meda, che dopo l’interrogatorio di garanzia sono stati mandati in una comunità educativa. Per loro il procedimento giudiziario davanti alla Procura per i minori di Milano è ancora in corso. Secondo la ricostruzione del fatto il pakistano, che camminava palesemente ubriaco in centro cittadino con un connazionale, era stato accerchiato e picchiato da un gruppo di giovani e poi ferito gravemente all’addome con un coccio di bottiglia. A sferrare il fendente sarebbe stato l’unico maggiorenne.
Il difensore dei due minorenni brianzoli, l’avvocato Elisa Grosso, sostiene che i ragazzi non hanno utilizzato l’arma nella colluttazione, né hanno colpito il pakistano e neppure sapevano che fosse stato ferito. Secondo la legale la rissa sarebbe stata scatenata dalle offese ricevute dalla vittima, che urlava parolacce per i fumi dell’alcol ed era stata invitata ad andarsene. L’amico del 34enne era scappato terrorizzato e la vittima era stata lasciata a terra, tanto che alcuni passanti avevano pensato che si fosse addormentato ubriaco. Sentito in seguito dai militari, inizialmente si è dimostrato reticente, ammettendo poi di essere stato intimidito. È infatti emerso tra il gruppetto di amici, almeno una decina, che si trovavano sul luogo dell’aggressione, un clima di intimidazione e minacce in stile Gomorra da parte dei due fratelli nel tentativo di impedire agli amici presenti, nel frattempo chiamati dai carabinieri, di identificare i responsabili. Dalle testimonianze emerge anche che il fratello minorenne dopo l’aggressione volesse prendersi la colpa per evitare al fratello maggiore "ulteriori problemi" perché aveva già una denuncia da minorenne "per avere preso a martellate una persona".