Tangenti in Brianza, dopo aver parlato arrivano i domiciliari per Croce

Avrebbe ammesso sostanzialmente il suo ruolo nell'impero Malaspina

Guardia di Finanza

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Monza, 31 maggio 2018  - Lascia il caracre per gli arresti domiciliari il presidente del Consiglio di disciplina dell’Ordine degli ingegneri di Monza e Brianza accusato di fare le perizie false per Giuseppe Malaspina. La misura di custodia cautelare meno afflittiva per Cesare Croce, 70 anni, è stata decisa dal gip monzese Federica Centonze (su parere favorevole del pm Salvatore Bellomo) dopo l’interrogatorio chiesto dall’ingegnere con il magistrato della Procura di Monza in cui Croce avrebbe sostanzialmente ammesso le accuse che gli vengono contestate nell’ambito dell’inchiesta che vede al centro l’imprenditore edile di origine calabrese e il suo impero immobiliare da salvare dal fallimento grazie alla collaborazione di una ‘cricca’ di professionisti compiacenti e che ha portato a 30 ordinanze di custodia cautelare.

L'ingegnere di Triuggio è ritenuto uno dei fidati sodali di Malaspina per cui, secondo l’accusa, «redigeva materialmente le perizie tecniche di stima attestanti vizi e difetti nella realizzazione delle opere oggetto delle fatture false, strumentalmente ideate al fine di neutralizzarne i pagamenti». L’ingegnere è l’unico finora ad avere ottenuto un alleggerimento della misura cautelare dopo l’unico parere favorevole firmato dal pm. Non è stato così, ad esempio, per i due avvocati arrestati, Gerardo Perillo e Fabiola Sclapari. Loro non si erano avvalsi, come la maggioranza dei coindagati, della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia davanti al gip e si erano difesi contestando le accuse a loro contestate. Dopo l’interrogatorio, i due avvocati hanno presentato attraverso i loro legali istanze di revoca della misura di custodia cautelare in carcere, che invece sono state respinte e ora stanno valutando se ricorrere al Tribunale del Riesame contro la mancata scarcerazione. 

Intanto continuano le richieste di interrogatori alla Procura di Monza. Oggi è la volta di Adriana Foti, ex moglie (ma secondo l’accusa, solo sulla carta) di Giuseppe Malaspina, agli arresti domiciliari perché ritenuta invece complice dei passaggi societari voluti dall’imprenditore per svuotare i valori delle aziende da mandare al fallimento e reinvestirli in altre imprese, come quella del lussuoso maneggio con agriturismo ad Ornago intestato proprio alla ex coniuge di Malaspina. DOMANI verrà invece interrogato dal pm il geometra Dario Ghezzi, anche lui ai domiciliari. Ha preso contatti con la Procura la difesa del commercialista Salvatore Tamborino, detenuto in carcere. È già stato interrogato uno dei collaboratori più vicini a Malaspina, Italo Rovero (ai domiciliari), uno dei dipendenti che ha aiutato Malaspina a disfarsi della documentazione societaria e che, quando i finanzieri sono arrivati nel 2015 nella sede operativa del Gruppo dell’imprenditore in via Fiorbellina a Vimercate, ha cercato di continuare a strappare le carte dimostrando, secondo il gip, «pervicacia criminale».