Monza, tangenti nei lavori pubblici: 21 arresti. La 'corte' di mister appalti crolla

Un gruppo di società riconducibili all'imoprenditore edile Giuseppe Malaspina. Con lui in carcere anche Cesare Croce, ex presidente della Fise, Federazione italiana sport equestri

La Guardia di finanza esegue gli arresti

La Guardia di finanza esegue gli arresti

Monza, 21 maggio 2018 - Ventuno persone sono state arrestate dalla Guardia di finanza di Monza in esecuzione di un'ordinanza del gip della città lombarda per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione. Tra gli arrestati, dieci dei quali in carcere, un ex magistrato e due avvocati. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Milano, Monza Brianza, Lecco, Bologna, Asti e Reggio Calabria.

L'inchiesta, chiamata Domus Aurea, nasce da un esposto di una lista d'opposizione di un Comune della provincia di Monza Brianza che aveva denunciato presunte irregolarità nell'esecuzione di alcuni lavori pubblici, portati a termine in modo non conforme al capitolato. In cambio pubblici ufficiali avrebbero preso tangenti. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti dalla Guardia di finanza di Monza, a seguito di un'inchiesta che ha portato allo smantellamento di un gruppo di società riconducibili a Giuseppe Malaspina, imprenditore edile di origini calabresi trapiantato in Brianza, 64 anni. Ma non ci sono solo reati da colletti bianchi nel passato di Malaspina. A 19 anni, un arresto per omicidio, anni dopo fu lui a essere vittima di un’estorsione mafiosa. Ora, la nuova tegola. Con lui in carcere sono finiti due avvocati (tra cui l’ex giudice fallimentare del Tribunale di Monza Gerardo Perillo), due commercialisti, un architetto e un geometra. Fra loro anche Cesare Croce, ex presidente della Fise, Federazione italiana sport equestri, e oggi show director del concorso di salto a piazza di Siena a Roma. Tutti al suo servizio, pronti a fare diventare regolari operazioni illecite e ‘coprire’ un giro di passaggi di società compiacenti e di false fatture per circa 95 milioni di euro, con distrazioni per un valore di 234 milioni di euro. Una vera e propria rete con una “minuziosa divisione di ruoli”, in cui il ruolo di commercialisti, geometri, ingegneri, avvocati “è risultato - come hanno spiegato i pm titolari dell’indagine, Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo - imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi dell’imprenditore”.

Tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza di Monza nel corso dell'operazione c'è anche l'hotel Cà Sagredo di Venezia che, fino a poche settimane fa, ospitava "Support", opera costituita da due grandi mani dell'artista Lorenzo Quinn, installata in occasione della Biennale d'arte e rimossa ai primi di maggio.  Sequestrati anche lo stabile che ospitava l'hotel Gritti di Milano, a pochi metri dalla Scala, e un maneggio a Oggiono (Lecco). Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione. Complessivamente è stato disposto il sequestro preventivo di 28 unità immobiliari, quote societarie e disponibilità finanziarie, oggetto di distrazione, per un valore complessivo di 9,3 milioni di euro, finalizzato alla confisca fino a concorrenza dell'importo di circa 10 milioni di euro, corrispondente all'imposta evasa.