Dirigeva la Mobile di Lucca quando transitando da Altopascio, piccolo comune della Versilia, si accorse che c’era qualcosa che non andava. Nel paesino di 15mila abitanti era attiva una centrale dello spaccio a cielo aperto. Dopo qualche mese di indagini, i suoi responsabili – sei cittadini marocchini – erano in manette.
Il vicequestore aggiunto Luca Scolamiero è giovane, ha 39 anni, e da qualche giorno è il nuovo dirigente della Squadra Mobile di Monza. Gli stupefacenti sono una piaga di questo territorio. Hashish e marijuana potenziate anche dell’80%, la “gardella” (un mix fra le due sostanze di cui si era avuta notizia anni fa proprio in seguito a un’indagine della Mobile di Monza), ma anche cocaina, eroina, droghe sintetiche.
"Il mondo degli stupefacenti è molto complesso, soggetto a cambiamenti continui. Così come quello degli spacciatori".
Qual è lo scenario a Monza?
"Le indagini del passato hanno documentato che l’attività di spaccio al dettaglio in città era gestita da due gruppi: i nordafricani (tunisini, marocchini, magrebini in genere) da un lato e dall’altro l’Africa Nera, con nigeriani e gambiani. I primi avevano in mano soprattutto eroina e cocaina, gli altri hashish e marijuana. Ma spesso si scambiavano le sostanze, in un rapporto di mutua collaborazione al bisogno, senza pestarsi troppo i piedi, anche se poteva sempre capitare qualche screzio".
La geografia è abbastanza nota. Stazione, zona Artigianelli, Nei, Boschetti della Villa Reale.
"Le aree possono sempre variare in base anche alle operazioni delle forze dell’ordine man mano che vengono “ripulite” a suon di arresti ed espulsioni. La cosa positiva è che a Monza non ci sono zone inaccessibili come in altre città".
Ma qualcosa è cambiato…
"Il Covid ha ridisegnato gli scenari, non si poteva uscire ma la droga ha continuato a circolare, sono cambiate le abitudini e si è assistito a un boom dello spaccio on line, più difficile da intercettare, ma dove le droghe sono facili da reperire: c’è stato un significativo incremento delle cosiddette droghe sintetiche. C’erano anche prima, ma dopo la pandemia e il lockdown hanno preso sempre più piede. Col coinvolgimento di ragazzi sempre più giovani. Non si tratta ancora di un’emergenza ma il fenomeno va costantemente monitorato. Anche perché i ragazzi spesso faticano a comprendere la gravità di quello che fanno".
Una questione di domanda e offerta.
"Senza dubbio lo spaccio è più diffuso attorno ai luoghi di aggregazione, ai locali più frequentati dai ragazzi, che tra l’altro sfruttano una maggior dimestichezza con la tecnologia per procacciarsi o vendere droga".
Il SerD di Monza parla di un ritorno dell’eroina.
"Non è mai sparita, ma senza dubbio è favorita dal fatto che non c’è più lo stigma del buco: si può anche fumare E costa poco".
Emergono sempre più spesso esempi di pusher giovanissimi e italiani.
"Anche se gli italiani restano soprattutto acquirenti, e spesso la droga è associata all’alcol".
Sembrano frequenti episodi di gruppi di ragazzini che ne rapinano altri. Esiste un problema delinquenza giovanile?
"Le rapine fra coetanei sono sempre esistite, ma nqui on ci sono gang strutturate. Preferisco parlare di devianze: bisogna apporre attenzione, spesso alle spalle ci sono situazioni familiari difficili, percorsi scolastici irregolari, italiani di seconda generazione e minori stranieri non accompagnati che faticano a integrarsi. E in gruppo si scatenano comportamenti violenti come forma sbagliata di riscatto sociale: noi documentiamo e analizziamo per capire cosa bolle in pentola, abbiamo un contatto stretto con le comunità per minori fragili di Monza, con le quali è in corso una costante opera di ascolto".
Un occhio sempre attento al territorio.
"Anni fa i colleghi della Mobile stroncarono in via Azzone Visconti una situazione di spaccio a cielo aperto (53 arresti, ndr). Il nostro intendimento è evitare che possano fiorire a Monza altri casi simili. Tutte le segnalazioni meritano attenzione, la conoscenza del territorio è fondamentale e passa anche da operazioni di controllo straordinario come quelle fatte regolarmente anche di concerto con le altre forze dell’ordine su indicazione della Prefettura".