Bovisio Masciago, spari al cuore: uccide la moglie per strada. Poi si costituisce

Monza, la affianca in auto al semaforo e fa fuoco

Carabinieri sul luogo della sparatoria e la vittima Valeria Bufo

Carabinieri sul luogo della sparatoria e la vittima Valeria Bufo

Bovisio Masciago (Monza), 20 aprile 2018 - Un’altra donna uccisa. Un’altra vendetta, stavolta contro una madre di tre figli, consumata con ferocia e lucidità. Un agguato all’incrocio. Un marito che esplode cinque colpi di pistola contro la moglie e che poi, in auto, raggiunge la caserma dei carabinieri e si costituisce. Il tragico epilogo di una storia che non andava bene da tempo, con una recente separazione non accettata, è arrivato ieri in una manciata di secondi. Bovisio Masciago, ore 13, corso Italia. Valeria Bufo, 55 anni, in quel momento è in pausa pranzo. È in auto, sulla sua Alfa Romeo Giulietta. Si ferma davanti al rosso di un semaforo.

Giorgio Truzzi, 57 anni, il marito, è dietro di lei su una Smart. Ma Valeria non se n’è accorta. Improvvisamente, lui scende dalla macchina e fa qualche passo verso quella della donna. Apre la portiera e fa fuoco con un revolver di grosso calibro. Spara a ripetizione, da distanza ravvicinatissima. Non vuole e non può sbagliare. Valeria, probabilmente, cerca di difendersi chiudendosi a riccio. Ma non ha scampo. Viene colpita alle braccia e all’addome. Ma altri due proiettili, probabilmente quelli fatali, la raggiungono all’altezza del cuore. Si accascia all’interno dell’abitacolo, in una pozza di sangue, col motore acceso lungo una strada molto frequentata. Una scena surreale. Un ragazzo si avvicina, intuisce, tenta di aiutarla. L’agonia è lunga. Valeria Bufo viene trasportata a sirene spiegate all’ospedale San Gerardo di Monza. Dove morirà due ore più tardi, attorno alle 15. Troppo gravi le ferite. Il marito, probabilmente, aveva già deciso cosa fare. E infatti risale in auto, mette in moto e raggiunge i carabinieri di Seveso, la città dove vive. Si costituisce. Indagano i carabinieri del comando di Desio. Gli uomini del capitano Mansueto Cosentino in poco tempo riescono a ricostruire la dinamica e il movente dell’agguato. Valeria da qualche settimana aveva lasciato il marito. Con uno dei tre figli era andata a vivere a Bovisio. dai genitori. Ma lui non accettava la separazione. La donna era impiegata nell’azienda Incifra di Bovisio, che si occupa di sistemi per la gestione delle attese negli uffici, e stava andando dai suoi per la pausa pranzo.

La coppia abitava a Seveso da anni, in una villetta della frazione Altopiano. Tre figli: Eleonora di 18 anni, Alessandro di 30, che vive all’estero ed è conosciuto come chef, e Stefano di 23 anni.Ieri l’uomo è stato interrogato a lungo negli uffici della caserma dei carabinieri di Seveso, dove, oltre al capitano Mansueto Cosentino della compagnia di Desio, era presente anche il pm Stefania Di Tullio, della procura di Monza. Ha risposto fornendo nome e cognome, poi alla domanda specifica degli inquirenti: «Perché ha ucciso sua moglie», prima si sarebbe stupito: «Perché, è morta?». Poi, una scena di panico: pianto e urla. Interrogatorio sospeso e l’arrivo dei medici. Fuori, figli e parenti inferociti. Giorgio Truzzi,autista in un’azienda di Lentate sul Seveso, non ha mai dato segni di squilibro. Non era mai stato denunciato per stalking. Eppure, lucidamente, si è procurato un revolver e ha seguito la moglie, decidendo che quello diieri sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita.