Sos per le nuove piante del Parco L’acqua aspirata dal laghetto

Singoli prelievi fino a 3mila litri per preservare circa 350 esemplari, una decina quelli morti in questi giorni. Il direttore Distefano: "Cure particolari a quelle storiche e monumentali, critica la situazione della fauna"

di Cristina Bertolini

Irrigazione di soccorso per salvare nuove piante bisognose di cure per crescere e piante secolari, che costituiscono il prezioso patrimonio storico arboreo dei giardini della Reggia e del Parco di Monza. Per preservare le ultime piantumazioni, circa 350 negli ultimi tre anni, come spiegano i funzionari e agronomi del Consorzio Parco e Villa, viene aspirata parte dell’acqua del laghetto, a sua volta alimentato da un pozzo di prima falda, del Parco di Monza (acqua non potabile).

"Si tratta di singoli prelievi fino a 3 mila litri – spiega il direttore del Consorzio Parco e Villa Giuseppe Distefano – per un totale settimanale di 20 mila litri". La siccità di quest’anno è paragonabile a quella del 2003, come spiegano gli addetti ai lavori, anzi, quell’anno riguardò soprattutto il mese d’agosto, mentre a oggi siamo già al secondo mese senza piogge e l’estate è ancora lunga. Sono circa una decina gli alberi morti in questo ultimo periodo, anche se il conteggio è molto complicato a causa della vastità del Parco.

La causa principale è ovviamente il fattore la siccità, a cui però si uniscono altre patologie non sempre evidenti che colpiscono quelle più delicate. Ma la mancanza di acqua piovana costituisce un vero e proprio stress per il giardino cintato più grande d’Europa.

"Sono state riservate cure particolari ad esemplari storici e monumentali e hanno dato ottimi risultati. Le piante hanno reagito perfettamente e sono state salvate – si legge nella relazione stesa dagli agronomi le scorse settimane – E questo è segno che la causa di decadimento è da riscontrare proprio nella mancanza di piogge. Si provvede con ogni mezzo per salvare gli alberi del Parco".

In aggiunta addetti alla manutenzione bagnano manualmente con il secchio piante fresche di piantumazione e particolarmente delicate attorno alla Villa Reale. Quanto al pratone che caratterizza la veduta della Villa reale e alla vasta superficie di prati del Parco non c’è mezzo per tenerli al fresco, perché comporterebbe un eccessivo dispendio d’acqua, vista anche l’Ordinanza del sindaco che vieta di bagnare i giardini dalle 6 del mattino alle 22. Critica anche la situazione degli animali del Parco, soprattutto delle specie ittiche che vivono nei laghetti. La fontana sul lato della Villa che affaccia su via Boccaccio rimane chiusa durante il giorno, ma apre dalle 22 per dare un po’ di acqua fresca e ossigenata ad una cinquantina di pesci che ci vivono. Ovviamente si tratta di acqua di ricircolo che non viene sprecata. Comunque, secondo i funzionari del Consorzio, la situazione di Parco e Villa è meno grave rispetto a quella delle acque del fiume Lambro. Il livello degli stessi laghetti presenti nel parco, è rimasto piuttosto buono e non ci sono pericoli di morie.

Rimangono aperte le fontanelle all’interno del Parco per offire ristoro a chi fa attività fisica e a chi viene a correre con il proprio cane, per abbeverare gli amici a quattro zampe. A tutela del patrimonio arboreo anche l’Autodromo ha programmato nei mesi scorsi la piantumazione di 6 mila nuovi alberi autoctoni nell’arco di cinque anni, nelle aree boscate in concessione al circuito all’interno del Parco, poco meno di 12 mila ettari.

Il programma, commissionato dall’Autodromo Nazionale Monza e progettato da un pool di agronomi e forestali, ha ottenuto un finanziamento di circa 160mila euro da Regione Lombardia. Particolarmente degradata per i danni dovuti a forti fenomeni atmosferici, la zona nei pressi della curva Biassono.