CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Solidarietà e ricerca germogliano insieme all’ombra dei palazzi

La Floricoltura Chiaravalli ospiterà un orto sociale, dove i ragazzi della cooperativa “Il Veliero“ sperimenteranno prodotti speciali.

di Cristina Bertolini

Non solo fiori e piante alla Floricultura Chiaravalli, un angolo di campagna nel cuore della citttà.

Dalle prossime settimane, su un terreno di circa mezzo ettaro dell’azienda, prenderà il via un progetto di orto sperimentale, con risvolto di utilità sociale, perché farà lavorare anche persone diversamente abili.

Nel retro del podere di via Gondar, su un appezzamento anticipato da tre palme, quasi a marcare la particolarità del progetto, prenderà il via la coltivazione di ortaggi che utilizza un concime biologico prodotto da un’azienda di Cagliari. "Vorremmo testare questo concime unico nel suo genere - spiega Mattia Teruzzi, monzese, laureato in Scienze e tecnologia ambientale e del territorio all’Università Bicocca - che oltre a permettere la crescita degli ortaggi, ristabilisce le proprietà del suolo coltivato, evitando che vengano perse".

Si tratta di un passaggio in più rispetto alla tradizionale rotazione delle colture, per evitare di impoverire il terreno.

Mattia è entrato in contatto con l’azienda sarda come consulente e durante il lockdown è nata l’idea di sperimentare il prodotto in condizioni di produttività diversa e sfavorevole, rispetto a quella della terra d’origine.

Così Mattia, di casa nell’azienda Chiaravalli, ha chiesto allo zio Davide un fazzoletto di terra per la sua sperimentazione.

Il giovane è anche membro del consiglio di amministrazione nel Veliero, l’associazione che si occupa di disabili e offre loro stimoli di crescita attraverso il teatro, con la direzione artistica di Enrico Roveris.

Da qui l’ipotesi di sviluppare anche un’ortoterapia per persone con difficoltà e in carrozzina, per offrire loro stimoli legati alla natura.

Tutta l’attività si svilupperà sotto il cappello di Elianto, la nuova associazione che verrà formalizzata nelle prossime settimane e che svilupperà un piano concreto con altre associazioni per dare vita all’orto sperimentale e sociale aperto al territorio sotto molti aspetti.

Infatti ci lavoreranno a tempo pieno tre persone e poi anche alcuni volontari che aiuteranno i diversamente abili.

In più, i prodotti che verranno coltivati (vegetali da tavola come pomodori, zucchine e carote) verranno offerti alla mensa dei poveri del Convento delle Grazie e agli altri enti caritativi che ospitano chi non ce la fa. "Vorremmo che questo diventasse un posto che crea lavoro ad ampio raggio - anticipa Mattia Teruzzi - e che riavvicina alla terra. Per questo immaginiamo anche percorsi didattici per i bambini che non hanno mai fatto raccolta di verdura dall’orto e per le facoltà come Agraria e Scienze ambientali".