Seregnopoli, il Comune chiede i danni morali a Mazza e Lugarà

L’avvocato di parte civile Nardo vuole anche una provvisionale di 112mila euro per i mancati introiti di oneri di urbanizzazione al municipio

Carabinieri davanti al municipio

Carabinieri davanti al municipio

Seregno (Monza Brianza), 27 settembre 2022 - "Un Comune che si vede etichettato come Seregnopoli, tacciato di ingerenze mafiose, è chiaro che ha subìto un danno all’immagine che va risarcito". Per l’inchiesta che nel 2017 ha portato al commissariamento della città brianzola l’avvocato Vinicio Nardo, che rappresenta come parte civile l’amministrazione comunale seregnese al processo per la presunta corruzione urbanistica con voto di scambio, chiede che gli imputati vengano condannati dal Tribunale di Monza a pagare i danni morali. A cui si aggiungono quelli patrimoniali per i mancati introiti di oneri di urbanizzazione al Comune per un centinaio di migliaia di euro per i ritenuti favoritismi per la concessione edilizia sull’area della ex storica rimessa per autobus Dell’Orto in via Valassina per realizzare un supermercato.

Danni che saranno i giudici a quantificare, ma per cui è stata chiesta una provvisionale immediata di 112mila euro. Al dibattimento i pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo hanno già chiesto 9 condanne, tra cui quella per l’ex sindaco Edoardo Mazza e 4 assoluzioni, tra cui quella per abuso d’ufficio dello storico sindaco poi diventato vice Giacinto Mariani.

La richiesta di pena più alta, 7 anni e 4 mesi di reclusione, per Antonino Lugarà, il costruttore imputato principalmente di corruzione per avere procurato voti nelle elezioni del 2015 al sindaco forzista Edoardo Mazza in cambio dell’interessamento della sua Giunta al suo progetto edilizio. Cinque anni per corruzione è invece la richiesta per Mazza e 4 anni e mezzo per l’ex consigliere comunale Stefano Gatti, considerato il "cavallo di Troia" di Lugarà nell’amministrazione comunale per tenere il costruttore al corrente del procedere dei suoi affari.

Sei anni e mezzo sono stati chiesti per concorso in usura con Lugarà per l’ex assessore regionale e golden boy del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni (già condannato per corruzione e bancarotta fraudolenta) perchè avrebbe fatto da intermediario al costruttore per un prestito di 100mila euro. Quattro anni per l’ex dirigente dell’ufficio esecuzioni del Tribunale di Monza Vincenzo Corso che avrebbe favorito, su richiesta di Lugarà, il rinvio di un procedimento di sfratto a carico di Ponzoni.

Un’imputazione "vaga e raffazzonata", per il suo legale, l’avvocato Gabriele Tossani, che ieri ne ha chiesto l’assoluzione con formula piena. Tre anni la pena chiesta invece per l’ex funzionario della Procura di Monza Giuseppe Carello, accusato di avere informato Lugarà su nomi di soggetti iscritti nel registro degli indagati, mentre 1 anno e 4 mesi ciascuno per abuso d’ufficio per i funzionari comunali Franco Greco e Mauro Facchinetti e l’assoluzione dalla stessa accusa, perchè il fatto è stato depenalizzato, per i colleghi Carlo Santambrogio, Antonella Cazorzi e Biagio Milione. Ieri l’arringa dei legali degli ultimi due, gli avvocati Emanuele Drogo e Daniele Milione, secondo cui l’assoluzione va proclamata perchè l’abuso d’ufficio non c’è mai stato e non solo per via della normativa modificata.

Nella prossima udienza fissata al 12 dicembre sarà la volta della difesa di Giacinto Mariani, per cui è stata chiesta l‘assoluzione "per non avere commesso il fatto" ossia per insufficienza di prove. Chiesti 3 anni per usura per Angelo Bombara per un prestito di 57mila euro ad una ristoratrice di Cesano Maderno. Lugarà deve anche rispondere di corruzione per avere messo a disposizione un appartamento al dirigente dell‘ufficio tecnico Calogero Grisafi (poi morto suicida) in cambio di un suo ‘occhio di riguardo‘ in Comune e di ricettazione per un‘anfora antica trovata nella sua casa di Seregno.

Gli avvocati di Mazza e Lugarà saranno gli ultimi a parlare. Nell‘inchiesta erano imputati di abuso d‘ufficio l‘ex assessore a protezione civile e servizi demografici del Comune di Seregno Gianfranco Ciafrone, vicesindaco fino al 2014 e il segretario comunale Francesco Motolese, che sono stati assolti con il rito abbreviato anche in appello.