
Mille euro prestati a strozzo con interessi del 30% mensile, in manette gli usurai che minacciavano la cliente per costringerla a pagare. Sono due vimercatesi di 49 e 35 anni, mentre per la coppia, marito e moglie, che aveva fatto da intermediaria presentando la donna ai ’cravattari’, c’è l’obbligo di non avvicinarsi alla vittima. Per tutti misure cautelari con l’accusa di estorsione aggravata in concorso.
È stata lei, 57enne, con problemi di scoperto in banca, a denunciare la banda. Le difficoltà con l’istituto di credito l’avevano spinta a chiedere aiuto agli “amici“ ed è finita in un incubo senza fine: mille euro avuti, 3.300 restituiti, ma l’obbligo, secondo le pretese dei suoi aguzzini, non era ancora estinto. E per costringerla a sottostare alle loro condizioni facevano di tutto: faccia a faccia e una raffica di messaggi con toni sempre più pesanti sul cellulare: "Rischi la vita, possiamo spararti alle finestre di casa, o picchiarti per strada".
A marzo, esasperata, l’impiegata ha sporto denuncia. Non reggeva più la tensione nella quale la cricca l’avevano costretta a vivere. Gli avvertimenti sul telefonino erano diventati incessanti. Un copione che il 35enne aveva già interpretato pochi mesi prima prima nei confronti di un altro “cliente“, un giovane di Ornago che aveva un vecchio debito maturato negli ambienti dello spaccio: 600 euro diventati nel frattempo 1.800, ma non bastava ancora e per convincerlo ad andare avanti, il complice del 49enne gli aveva fatto esplodere una molotov davanti alla porta di casa.
Nella bottiglia di Jack Daniel’s usata per confezionare l’ordigno c’erano anche due proiettili calibro 22. Prima il debitore era stato preso a calci in faccia e messaggi intimidatori erano arrivati anche sullo smartphone dell’anziana madre, che, alla fine, aveva convinto il figlio a rivolgersi ai carabinieri. Il 35enne era ai domiciliari dopo la condanna a 2 anni per questi fatti, ieri le pattuglie di Vimercate gli hanno notificato il nuovo ordine di custodia a suo carico emesso dalla Procura di Monza che coordina le indagini. A casa dell’altro, il capo, gli investigatori hanno trovato anche un machete con una lama di 29 centimetri, manette e finte divise delle forze dell’ordine. Ora il 49enne è in cella nel carcere di Monza.
Barbara Calderola