Pizzi e merletti, che passione. In 30 alla scuola di tombolo di Carate Brianza

Sotto la sapiente guida della "maestra" Caterina Casuscelli, 72 anni, imparano i segreti dell’antica arte canturina a Villa Cusani

Alcune allieve del corso di pizzo

Alcune allieve del corso di pizzo

Carate Brianza (Monza e Brianza) - A Villa Cusani tornerà ad echeggiare il suono melodioso dei fuselli per il corso di "Tombolo". Finalmente, dopo la chiusura imposta dal Covid e grazie alla fattiva collaborazione e disponibilità del sindaco Luca Veggian e di tutta l’amministrazione, ripartirà proprio in questa splendida cornice, il corso di pizzo di Cantù della scuola di Carate Brianza. I corsi inizieranno il 25 gennaio e termineranno il 24 giugno. Questa meravigliosa e appassionante arte, è organizzata da oltre trent’anni dalla Maestra Caterina Casuscelli. Anche quest’anno ci sono state ben 30 iscrizioni al corso. Cosi si stanno organizzando tre corsi di 10 persone, l’età è dai 41 agli 84 anni, tutti con la passione del cucito ma c’è anche chi non ha mai ricamato. 

"Da giovane mi sono iscritta alla scuola di tombolo di Cantù – racconta Caterina –. Poi, circa, 40 anni fa con il Comune di Carate ho organizzato primo il corso, all’inizio rivolto a persone disabili. Un corso di merletto compresi il tombolo, fuselli, cartine e cavalletto (supporto dove è appoggiato il cuscino di manicotto rotondo)". Caterina Casuscelli, 72 anni, dipendente in pensione di un’azienda che produceva capi d’abbigliamento, col marito sarto, è mamma di 3 figli sposati e nonna, ma nessuno della famiglia ha scelto l’arte. In tutti questi anni nella sua “scuola“ sono passati centinaia di alunni: "È capitato che tra gli iscritti ci fosse anche qualche qualche uomo". Con molto impegno spiega per filo e per segno i segreti dell’arte del pizzo. Il pizzo di Cantù è un merletto a tombolo o a fuselli prodotto tradizionalmente ed in modo artigianale nato a Cantù. 

Ul pizz, come viene chiamato nel dialetto canturino, è un merletto prodotto intrecciando fili (trina), solitamente cotone, lino o seta, che vengono avvolti su fuselli, i oss. L’intreccio viene lavorato su una base di appoggio: il cavalletto, costituito da un cuscino di forma cilindrica imbottito di crine, ul cusin, che viene appoggiato su un cavalletto, ul pundin, e mantenuto inclinato tramite un’assicella di legno, la taparela. Per realizzare il lavoro occorre inoltre un cartoncino, la cartina, su cui viene disegnata la traccia, che viene forato o spuntato lungo le linee del tracciato e fissato al tombolo. Occorrono inoltre numerosi spilli, i gügitt, per fissare il lavoro sulla cartina, un uncinetto, ul crüscè, di misura piccola (0,20 - 0,60millimetri) utile in alcuni punti e una forbicetta. 

"Una volta terminata la lavorazione – spiega Caterina Casuscelli – , e realizzato il disegno che si era progettato all’inizio, il pizzo di Cantù viene staccato dai punti di supporto per essere fissato a una stoffa come ornamento o viene utilizzato così com’è come succede, ad esempio, nel caso di pregiati bijoux realizzati per signore e donne dello spettacolo, si possono fare tende, tovaglie, lenzuola e gioielli". 

A seconda delle dimensioni del filato e della particolarità dei disegni, il merletto risulta più o meno pregiato e raffinato e aumenta il suo valore. E con le lezioni della Maestra Caterina, accade il miracolo, un bruco diventa farfalla e anche la cartina diventerà un magnifico pizzo. Nella sua casa ci sono molti quadri fatti con le sue mani che hanno partecipato a diversi concorsi e qualcuno ha vinto. "Per me questo non è solo un hobby, amo davvero quest’arte antica e la soddisfazione più grande sarà finalmente trovarmi in Villa Cusani con le nuove iscritte. Il mio augurio è trovare qualcuna che possa raccogliere il testimone e proseguire la tradizione". Il primo corso partirà il martedì dalle 9 alle 11.30; il secondo il martedì dalle 14 alle 16 e il terzo il venerdì dalle 9 alle 11.30. "Abbiamo mantenuto l’impegno preso per preservare una delle realtà presenti sul territorio – spiega il sindaco Luca Veggian –. L’ Amministrazione Comunale di Carate è da sempre attenta alla conservazione delle tradizioni. La Scuola di Tombolo caratese è un patrimonio culturale dell’intera comunità per questo era doveroso dare una sede di prestigio nella sala centrale del secondo piano di una dimora storica come Villa Cusani".