
Ricordate Bramini? Assolto Villa sequestrata per debiti
Nel 2018 era quasi tutti i giorni sui giornali, in televisione, al fianco dei politici che avevano vinto le elezioni. Il giorno in cui la forza pubblica lo ha allontanato da casa, una folla ha tentato di impedire lo sgombero. Da allora, di Sergio Bramini, l’imprenditore fallito a causa dei debiti mai saldati di enti pubblici per un importo di 4 milioni di euro, si erano perse le tracce. A cinque anni di distanza il 76enne è tornato a Monza, ma in Tribunale, imputato di turbativa d’asta per avere cercato di impedire la vendita della sua villa, requisita dal Tribunale fallimentare. Il giudice l’ha però assolto ritenendolo responsabile, ma per un fatto di "particolare tenuità" quindi non punibile, solo per un accordo firmato attraverso un intermediario con il cinese trapiantato in Italia, il 40enne Federico Zheng, titolare di una catena di centri commerciali, che aveva presentato per la vendita all’asta l’unica busta con una cauzione di 50mila euro per aggiudicarsi l’immobile il cui valore era sceso da 660 a 500mila euro per le prime aste andate deserte. Si era fatto ingolosire da quella magnifica villa (30 stanze, piscina, due box, taverna, un parco) ma quando era venuto a conoscenza della vicenda di Bramini, aveva tentato di tirarsi indietro. Aveva cercato di ritirare l’offerta e aveva accettato una scrittura privata per riavere da Bramini i soldi versati per rinunciare all’acquisto. Ma gli obblighi della procedura fallimentare, che impongono a chi si aggiudica un’asta di andare fino in fondo, aveva fatto naufragare l’intento e fatto partire una denuncia dai curatori della vendita giudiziaria. Soddisfatto per l’assoluzione (la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 18 mesi), Sergio Bramini non rimpiange i tempi delle visite di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che lo aveva voluto consulente al suo ministero e neanche l’esperienza politica con il partito di Gianluigi Paragone non andata in porto per mancato raggiungimento del quorum necessario.
"È stata una passerella e basta - commenta Bramini - Ma qualcosa di buono comunque l’abbiamo fatto. Ora sono presidente della Federazione europea per la giustizia per dar voce a chi convive suo malgrado con le ingiustizie e iniquità del sistema che deteriorano i crediti. Non vivo più a Monza ma ci torno spesso perché ci abitano le mie figlie e la mia procedura per il sovraindebitamento è ancora in corso".
S.T.