SONIA RONCONI
Cronaca

Renate: falsificati tamponi e test tumorali. Sequestrata farmacia

Le verifiche informatiche hanno accerato almeno quindici referti "truccati". Alterato anche un esame per il cancro alla prostata. Sotto accusa due fratelli no vax

La farmacia finita sotto sequestro a Renate

Renate (Monza) - Tamponi falsi, test mai eseguiti. Sia per il Covid che per alcuni marker tumorali. Referti attribuiti a laboratori che non avevano mai neppure ricevuto i campioni da analizzare. Scatta il sequestro per la farmacia negazionista della Brianza, nel centro di Renate. A gestire il negozio di via Roma erano i fratelli Savini, lei la titolare di 42 anni e lui il collaboratore, di due anni più grande, che sono stati denunciati. Alle spalle un’altra chiusura a fine dicembre, perché nessuno di loro si era sottoposto al vaccino ed erano quindi stati sospesi dalla professione. Eppure, la vicenda non era finita lì.

Erano arrivate ripetute ispezioni dei carabinieri dei Nas che avevano trovato i due al lavoro nonostante il divieto. Da lì, un’ulteriore stop all’attività che sarebbe ripresa a breve perché i due non risultavano più sospesi, anche se erano sotto verifica i certificati che li volevano vaccinati o negativizzati dalla malattia. Ma le irregolarità non erano solo quelle.

I carabinieri avevano cominciato ad indagare per la denuncia presentata da una mamma preoccupata delle stranezze del referto del tampone molecolare di suo figlio. Poche verifiche e si era capito come il documento fosse falso. Né il laboratorio di Monza inizialmente indicato, né quello di Carate Brianza, successivamente comunicato come autore delle analisi dalla farmacia nel tentativo di aggiustare la faccenda, avevano mai ricevuto e processato il materiale. Immediatamente erano scattate verifiche informatiche su tutti i tamponi caricati dalla farmacia di Renate. L’acquisizione di materiale informatico all’interno della farmacia ha coinciso anche con il sequestro. E subito dopo si è passati a nuove verifiche informatiche e alla nomina di consulenti tecnici per approfondire ogni aspetto di questa paradossale vicenda.

Secondo primi e parziali risultati, i pm di Monza avrebbero accertato che almeno 15 referti erano palesemente falsi. Persone che risultavano negative al Covid senza che nessuno lo avesse mai verificato. Potenziali positivi liberi di circolare e infettare pur possedendo un green pass regolare. Ma non c’è soltanto il Covid. In un caso è stato anche accertato che la farmacia aveva anche alterato il rislutato di un prelievo per la ricerca dell’antigene prostatico di un paziente che aveva avuto un cancro. Un caso che certamente non coinvolge in alcun modo neppure la presunta battaglia ideologica dei no-vax.

I due fratelli, quando sono arrivati i carabinieri, non solo si sono rifiutati di dare spiegazioni, ma si sono addirittura rifiutati di ricevere e firmare i verbali e avrebbero addirittura minacciato i militari. Resta da capire quale sia la reale entità della falla aperta nel sistema dei controlli sanitari. Chi si è infatti rivolto fin qui alla struttura di via Roma potenzialmente potrebbe ritenere di non aver contratto il virus anche se questo non fosse vero.