
di Marco Galvani
La parte nobile della Villa Reale mai più riaperta dopo i mesi del lockdown e la richiesta del concessionario di stracciare il contratto con tanto di resa dei conti da oltre 8 milioni di euro tra penali, recupero dell’investimento e copertura dei costi "che si stima da sostenere in conseguenza dello scioglimento anticipato".
Una guerra che il Consorzio Parco e Villa Reale e la Regione Lombardia stanno cercando di risolvere con la verifica di un’ipotesi di accordo da circa 4 milioni di euro per liquidare il concessionario.
Anche se prima di formalizzare una proposta alla società Nuova Villa Reale preferiscono attendere il parere tecnico della Corte dei Conti (che dovrebbe arrivare a ottobre).
Una prospettiva contro la quale si mobilita il Comitato per il Parco.
"Se il Consorzio ritiene di non avere responsabilità in questa situazione non si comprende perché debba assumere un atteggiamento tanto remissivo ponendo a carico della collettività oneri per ben 4 milioni - attacca la portavoce Bianca Montrasio -. D’altro canto, se ci fossero responsabilità, allora gli amministratori del Consorzio dovrebbero dimettersi collettivamente. Altrimenti, hanno l’obbligo di impedire speculazioni e iniziative arbitrarie che puntano a sottrarre alle casse pubbliche consortili una cifra molto rilevante e ai cittadini il sacrosanto diritto alla fruizione del bene monumentale".
E se così fosse, cioè "se il Consorzio non ha commesso errori, è evidente che il concessionario dovrà risarcire la collettività".
Perché "a soli sei anni dalla sua sbandierata riapertura dopo il restauro pagato dai cittadini - continua l’avvocato del Comitato, Roberto D’Achille - la parte nobile della Villa Reale è ancora chiusa, ben oltre le restrizioni imposte dalla pandemia. Mettendo oltretutto a rischio la continuità lavorativa del personale".
E dimostrando il "fallimento del modello di concessione a un privato con condizioni a suo vantaggio e a scapito del pubblico".
Allo stato attuale, quindi, secondo il Comitato, il Consorzio deve prendere in mano almeno temporaneamente la gestione della Villa ancora affidata al concessionario e agire "anche nelle sedi giudiziarie per tutelare i diritti dei cittadini".
E allo stesso tempo "il presidente del Consorzio, nonché sindaco di Monza, Dario Allevi, dovrebbe chiedere alla magistratura contabile non tanto se il fatto di accettare una transazione che concede alla società Nuova Villa Reale la metà di quanto richiesto costituisca un danno erariale, ma di verificare, se sotto il profilo economico, esistono e quali siano le responsabilità nella gestione della Villa che hanno portato a una situazione tanto grave".