Rapine e botte sui treni, 4 minori in carcere

Sono due italiani, un marocchino e un egiziano: si muovevano in un branco di dieci persone, presi di mira studenti e coetanei

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di Gualfrido Galimberti

Almeno cinque rapine messe a segno sui treni e nell’area delle stazioni ferroviarie tra Seregno e Monza, estendendo di tanto in tanto il loro raggio d’azione anche ai Comuni limitrofi: quattro minorenni (due italiani, un marocchino e un egiziano) al termine di una lunga attività di indagine, si sono visti notificare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un ragazzino di Vimercate e uno di Cinisello Balsamo sono dunque finiti all’istituto di pena per minori “Cesare Beccaria“ di Milano: uno è stato rintracciato a casa, l’altro venerdì ha trovato i militari ad attenderlo quando è sbarcato all’aeroporto al rientro dalla vacanza in Marocco con la famiglia.

Per altri due loro amici, invece, gli uomini dell’Arma hanno avuto il compito facilitato: uno senza fissa dimora è già detenuto al “Beccaria“ per altri reati, mentre un altro della banda residente a Cinisello si trova nel carcere minorile di Bologna per analoghi reati.

A dare il via alle indagini è stata una denuncia sporta in caserma a Seregno da una delle vittime. Ben presto, approfondendo le ricerche, i Carabinieri si sono accorti di essere di fronte a una vera e propria baby gang che trovava nel numero dei partecipanti il suo punto di forza.

I ragazzi si muovevano infatti sempre in gruppo, di solito una decina di persone. Individuavano la vittima di turno, sempre tra coetanei o anche tra ragazzi di età inferiore, e con un rapporto di forze così sproporzionato non avevano difficoltà a mettere a segno la rapina. Se la minaccia non bastava, nessun problema: si passava alle sberle e ai pugni per convincere la vittima a obbedire senza opporre resistenza.

Non andavano neanche troppo per il leggero: tra gli episodi documentati dai Carabinieri non manca anche un caso di lesioni personali. Un’attenzione particolare i Carabinieri l’hanno dedicata alla stazione di Seregno. Non solo per competenza territoriale, ma anche perché era il luogo privilegiato per adocchiare qualche studente che si serviva dei mezzi pubblici per raggiungere le scuole superiori del territorio.

Rapine di scarsa entità, poche centinaia di euro, messe a segno con una tecnica ormai collaudata. La vittima veniva avvicinata con una scusa banale, il più delle volte si trattava della richiesta di accendere una sigaretta, poi veniva accerchiata. A quel punto era facile strappargli dal collo la catenina d’oro o farsi consegnare oggetti personali, compreso lo smartphone e i capi di abbigliamento quando si trattava di prodotti griffati. Secondo le indagini, tuttavia, non mancano anche altri casi in territorio diverso o con metodi differenti.

A Desio, dove uno dei quattro giovani era stato arrestato, era stata aggredita anche la capotreno intervenuta per cercare di sventare la rapina. In altre occasioni il branco ha diversificato la sua attività spingendosi anche su altre tratte: tra queste privilegiata la Seregno-Saronno, spesso poco frequentata proprio per i luoghi insicuri che attraversa (comprese le località dello spaccio di stupefacenti nelle Groane), dove sono stati presi di mira i pendolari. Gli inquirenti, raccolti tutti gli elementi utili per poter risalire con certezza a quattro dei giovani malviventi, è stato necessario chiedere la custodia cautelare in carcere dopo avere evidenziato "una certa spregiudicatezza, disinvoltura e abitualità nel realizzare condotte predatorie sfruttando la forza intimidatoria del branco".

In realtà non è andata sempre così. A febbraio i militari avevano denunciato uno dei quattro, un diciassettenne di origini egiziane, residente a Cinisello Balsamo, perché nei pressi della stazione ferroviaria di Baruccana di Seveso aveva rapinato un tredicenne per impossessarsi del suo borsello di marca. Allora avevano agito "solo" in cinque, il malvivente aveva minacciato la vittima con un coltello: "Obbedisci o ti facciamo sparire e picchiamo tuo fratello".

Era stato però rintracciato poco dopo la rapina dai Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Seregno. Ai tempi era ancora incensurato. In soli sei mesi ha allargato il numero dei complici. Insieme si sono costruiti un pessimo curriculum, insieme hanno fatto una brutta fine.