BARBARA APICELLA
Cronaca

Quest’anno si gioca con le carte dei Longobardi

Le ha inventate l’artista monzese Giuseppe D’Addario in omaggio alla cit e riproducono i tesori e i segni distintivi del popolo che dominò anche in Brianza

di Barbara Apicella

Quest’anno a Natale niente tavolate, e anche i giochi da tavolo dovranno essere ripensati. Cosicché per queste feste tra pochi (in alcuni casi pochissimi) intimi sulle tavole dei brianzoli si dovrà dire addio alle grandi tombolate, e far spazio alle più ristrette partite a briscola o a scopa con le carte da gioco longobarde.

Un’occasione per divertirsi imparando anche la storia del popolo della regina Teodolinda, scoprendone usi, costumi, abitudini attraverso i reperti storici di cui oggi siamo venuti a conoscenza.

Un viaggio sulle orme dei Longobardi sfidandosi a sette e mezzo sotto l’albero di Natale.

L’idea di questa strenna, in produzione limitata, è dell’artista monzese Giuseppe D’Addario che ha ideato e che sta realizzando le carte da gioco longobarde.

Sulle carte sono riprodotte le immagini che si ispirano a reperti storici e all’arte orafa a noi pervenuti del periodo della dominazione longobarda in Italia, e che D’Addario ha trovato su libri e raccolte dedicate all’antico popolo.

Le carte sono divise in quattro mazzi (denari, coppe, spada e ascia) e vedono rielaborate le immagini fotografiche di alcuni famosi resti della civiltà longobarda che ha fortemente segnato anche la crescita della città di Monza.

"I mazzi sono divisi in due semi - spiega D’Addario che da anni cullava l’idea di realizzare qualcosa di speciale legato all’epoca longobarda -. Il seme longobardo con la spada e l’ascia, quest’ultima a sostituire i classici bastoni delle carte napoletane; e il seme bizantino con i denari e le coppe.

I Longobardi infatti sono stati influenzati dalla cultura bizantina". La riscoperta della storia e delle origini è per D’Addario un elemento fondamentale, soprattutto in questa fase storica. "Non dobbiamo mai dimenticarci del nostro passato.

Solo volgendo lo sguardo al nostro passato possiamo camminare verso il futuro.

Purtroppo viviamo in un periodo che sembra aver dimenticato identità e radici".

Non solo nazionali, ma anche locali.

Da qui l’idea di rispolverare divertendosi e sedendosi attorno a un tavolo, insieme ad amici e parenti. "In questi anni ho approfondito gli studi sui Longobardi; nel 2013 in Galleria civica con l’associazione Arte&Arte ho organizzato una mostra dedicata alla regina Teodolinda".

Una ricerca e poi l’idea di unire la storia con il gioco delle carte ("approdato in Europa solo nel XIV secolo attraverso gli Arabi", precisa D’Addario), con l’obiettivo di stimolare la curiosità dei giocatori.

All’interno delle confezioni c’è anche un libretto con la spiegazione dei reperti riprodotti sulle carte.

Carte dove si ritrova anche il tocco dell’artista. "Ne ho realizzate diverse versioni. Alcune contenute nelle classiche confezioni di cartone plastificato, altre in confezioni di legno.

I testi del frontespizio sono realizzati con incisioni laser. Poi ci sono alcuni mazzi dipinti a mano".