Quel tenente partigiano vestito da vecchietta

Seregnese di adozione, si unì alla lotta di Liberazione: celebri i suoi travestimenti, si lanciò dal treno per sfuggire a Mauthausen

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di Dario Crippa

Dicembre 1943. Al comando del sottotenente Franco Alongi, un manipolo di carabinieri fa irruzione nel campo di tiro di Mombello, piccola frazione di Limbiate. L’incursione ha un obiettivo ben preciso: sottrarre ai nazi-fascisti 47 mortai pronti per esser inviati al fronte.

L’azione dei carabinieri ha un clamoroso successo: i mortai vengono requisiti e recuperati uno dopo l’altro, la missione è compiuta e le armi verranno inviate per alimentare l’arsenale della Resistenza.

Ce ne sono tante di storie simili, molte mai raccontate, che ebbero come protagonisti i carabinieri.

Perché dopo l’8 Settembre e l’armistizio di Cassibile, pur non più rigidamente inquadrati nei reparti dell’ordinamento di guerra, i carabinieri non si tirarono indietro. Con l’esercito allo sbando, molti di loro si raccolsero in nuclei e formazioni clandestine; a volte di consistenza massiccia, a volte più sparuti, ma comunque decisi a dare un impulso rilevante alla lotta contro le forze nazi-fasciste.

Nel corso della lotta essi furono decisivamente sostenuti dall’apparato dei comandi territoriali dell’Arma, dalle Stazioni alle più alte Unità, trasformate in altrettanti centri di appoggio. Delle formazioni clandestine dell’Arma che operarono in Lombardia, certamente quella di maggior fama fu la celeberrima “Banda Gerolamo” – dal nome di battaglia del maggiore dei carabinieri Ettore Giovannini che ne curò e promosse la costituzione – che, costituitasi a Milano nell’aprile del 1944, assunto il nome di “Carabinieri Patrioti Gerolamo”, contava oltre 700 carabinieri tra le proprie fila nonché numerosi ufficiali. Ripartita in due Raggruppamenti, strettamente collegata al Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e in particolare alla formazione partigiana Carabinieri di Bergamo, la “Banda Gerolamo” svolse "intensa e rischiosa attività operativa, oltre che preziosa opera informativa, diretta anche all’individuazione degli obiettivi militari tedeschi da parte dell’aviazione alleata" spiegano dall’Arma. Al momento dell’insurrezione generale, ordinata il 25 aprile 1945, i 700 carabinieri della “Banda Gerolamo” intensificarono la loro attività e parteciparono alla liberazione di Milano. Occuparono tempestivamente le caserme della città, assicurando i necessari servizi d’ordine e di difesa degli edifici pubblici e rastrellando un ingente quantità di materiale e documenti.

E tra le azioni della “Banda Gerolamo”, numerosissime furono quelle effettuate nell’attuale provincia di Monza e della Brianza, all’epoca parte del territorio milanese. Uno degli elementi di spicco della formazione partigiana è sicuramente il tenente Mario Benedetto che, saluzzese di nascita (come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa!) ma seregnese d’adozione, durante l’attività svolse un’importantissima azione di intelligence.

Catturato dai Tedeschi e destinato al campo di sterminio di Mauthausen, prima riuscì a scrivere un biglietto d’addio e a lanciarlo dagli spiragli del vagone merci e poi a fuggire dal treno in corsa. Durante la clandestinità, collaborò anche col movimento di Resistenza francese. Epici i suoi travestimenti da vecchietta per muoversi nei territori occupati senza farsi riconoscere. Anche a causa delle ferite riportate durante la guerra, Mario Benedetto, promosso capitano, morì all’ospedale di Seregno nel 1954, pochi giorni dopo la nascita della propria figlia.

Per ricordare il tributo di sangue alla lotta di Liberazione, in occasione del 25 Aprile il Comando provinciale dei carabinieri di Monza ha deciso di ricordare l’importantissimo ruolo che svolsero i militari dell’Arma nella Resistenza, "dove riaffermarono quotidianamente il loro spirito di abnegazione e illimitata dedizione al dovere, fornendo un altissimo e generoso tributo di sangue". I numeri sono lì a dimostrarlo: 2.735 militari caduti in soli venti mesi di lotta partigiana; 6.521 i feriti. Un così alto tributo di sangue ha avuto i seguenti riconoscimenti: 1 Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera dell’Arma; 2 Croci di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia; 32 Medaglie d’Oro al Valor Militare; 122 Medaglie d’Argento al Valor Militare; 208 Medaglie di Bronzo al Valor Militare; 354 Croci di Guerra al Valor Militare a ufficiali, sottufficiali, appuntati e carabinieri.