ANTONIO CACCAMO
Cronaca

Puzze di Asfalti Brianza: l’allarme arriva in Regione

Elisabetta Strada, del Movimento Lombardi Civici Europeisti, ha depositato in aula un ordine del giorno in cui chiede di intervenire

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di Antonio Caccamo

L’allarme ambientale lanciato dai cittadini dei quartieri attorno alla ditta Asfalti Brianza ora suona anche in Regione. Elisabetta Strada, del Movimento Lombardi Civici Europeisti, su richiesta di MonzAttiva di Carlo Abbà, ha depositato al Pirellone un ordine del giorno (già bocciato) in cui chiede alla Regione di "intervenire con efficacia, celerità e drasticità, investendo Arpa e Ats Brianza, per far fronte ad una situazione così drammaticamente pericolosa per la salute dei numerosi cittadini dell’area, senza attendere gli eventuali ulteriori interventi della Procura della Repubblica". L’azienda attualmente è chiusa in attesa che esegua le numerose prescrizioni della Provincia. I cittadini sostengono che l’azienda che produce asfalti bituminosi, e classificata come insalubre di prima classe, non può stare in un’area alta densità abitativa e che andrebbe spostata altrove. Si trova nel quartiere Malcantone di Concorezzo, non lontano dai confini con Agrate, Brugherio e Monza. "La Osmotech del Polo Tecnologico di Pavia - ricorda Strada - afferma chiaramente, nella relazione commissionata dalla stessa Asfalti Brianza nel marzo 2018, che dalle analisi eseguite sul campione risulta che l’indice di nocività potenziale dell’emissione è pari a 756. Ciò significa che questa aria deve essere diluita almeno 756 volte per risultare non nociva e aggiunge che per i normali fattori di diluizione delle emissioni in aria è ragionevole supporre che a 500 metri di distanza dal camino tale fattore è raggiunto.

Le prime abitazioni sono a soli 50 metri dalla fabbrica". La Osmotech ha anche caratterizzato le emissione dal punto di vista chimico "trovandoci - si legge sempre nell’ordine del giorno - idrocarburi insaturi (osoprene e olefine C5-C10, aromatici (benzene, toluene, isomeri xileni e indene), idrocarburi saturi (C4-C10) e da composti organici ossigenati appartenenti alla classe chimica delle aldeidi molte di queste sostanze risultano altresì essere potenzialmente cancerogene, specialmente il benzene". Insomma un mix chimico che, assieme alle puzze, preoccupa i cittadini e il battagliero Comitato quartiere Sant’Albino e San Damiano. "Sulla base di quanto riportato sul Pgt - scrive la consigliera regionale nel suo odg - l’attività di questa tipologia di azienda non è ammessa, può essere autorizzata solo a patto di accurate valutazioni tecniche supportate da Arpa o Ats". Strada cita le numerose irregolarità impiantistiche ed emissive elencate in una perizia commissionata dal Comune di Concorezzo il 15 giugno 2020. Altre ne ha trovate l’Arpa. "Proprio alla luce delle rilevazioni di Arpa - scrive ancora Strada - la Procura della Repubblica ha proceduto a un ulteriore sequestro per emissioni illecite, il primo era per illegittima gestione dei rifiuti".