CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Prove di salvataggio In campo 1.200 volontari per difendere la Brianza dalla follia del clima

Allerta generale per la Protezione civile tra venerdì notte e ieri, coinvolti sedici Comuni. Simulata un’esondazione come avvenne nel 2002 a Monza e nel 2014 ben due volte a Seveso.

Prove di salvataggio In campo 1.200 volontari per difendere la Brianza dalla follia del clima

di Cristina Bertolini

Due giorni di allerta generale per la Protezione civile. Tra venerdì notte e sabato 1.200 volontari sono stati coinvolti nell‘esercitazione che simula un‘alluvione, con esondazione del Lambro, ricordando quanto successo a Monza nel 2002 e poi nel 2014, per ben due volte a Seveso.

La grande siccità di questi mesi non deve fa pensare a un esercizio inutile. In realtà, come spiegano gli esperti, è proprio questa situazione a favorire fenomeni estremi come bombe d’acqua e alluvioni.

L‘esercitazione di Protezione Civile provinciale “Lambro 2023“, coordinata dalla Prefettura in collaborazione con la Provincia, ha coinvolto 16 Comuni: Monza, Albiate, Arcore, Biassono, Briosco, Brugherio, Carate, Giussano, Lesmo, Macherio, Macherio, Sovico, Ttriuggio, Veduggio con Colzano, Verano e Villasanta. Con loro le forze dell‘ordine, Ats Brianza, 118 e Parco regionale del Lambro. Prima operazione ufficiale per il Centro operativo di addestramento Protezione civile di Desio, aperto lo scorso 19 dicembre nella ex Casa Cantoniera. Da lì il responsabile di Protezione civile della Provincia Flaviano Regondi ha avviato il monitoraggio dei presidi nei punti critici a rischio di esondazione della Provincia, muovendo 60 volontari con 20 mezzi con pompe e sacchi di arginatura. Sorvegliata speciale l‘area del Mulino Bassi di Sovico, dove passa il torrente Brovada, affluente del Lambro: in caso di piena, la massa d‘acqua sommerge tre condomini, una pizzeria e alcune case private e tutta la strada ciclopedonale, come già successo nel 2002 e nel 2013, mettendo in pericolo 30 famiglie. Da allora sono state rinforzate le paratie, ripristinata la diga di Pusiano e la nuova diga di Costa Masnaga a Nibionno. Per l‘esercitazione, la Protezione civile di Macherio-Sovico ha predisposto un‘arginatura nel punto più basso e fatto evacuare alcune case. "Abitiamo qui da 40 anni – dicono Alba Ghezzi e Luciano Bottacin – abbiamo avuto le esondazioni del 1993 e del 2002. Avevamo sigillato tutto, dimenticando la presa dell‘aria in cucina e sono entrati 50 centimetri d‘acqua. Se cambieremmo casa? Mai al mondo, alluvione a parte è bellissimo abitare qui in mezzo al verde, anche dovendo fare i pendolari". A Verano Brianza le case in località Mulino Bistorgio si affacciano direttamente sul Lambro. Il reflusso dallo scarico dell‘acqua piovana, come spiegano i volontari, fa fuoriuscire l‘acqua che nel 2002 ha raggiunto il balcone del primo piano della casa. Quindi è stata installata un‘idrovora che pompa l‘acqua verso la rete fognaria "Ci dispiace – ha detto il sindaco Samuele Consonni – per il completo disinteresse della popolazione, prima parte in causa durante le emergenze, che non aderisce alle iniziative di formazione e prevenzione proposte dalla Protezione civile. È importante ricevere le informazioni in situazione di tranquillità, senza tensione e adrenalina dovute al pericolo incombente". Al Molino Filo ad Agliate ricordano bene l‘esondazione del 2014: "Fra una piena e l‘altra ci saranno pure tempi di ritorno di 200 anni – osservano i volontari di protezione civile – ma qui nel 2024 abbiamo avuto due piene nel giro di 6 mesi. A Veduggio una situazione climatica anomala ha portato 220 millimetri di pioggia in 12 ore".

Ogni attività è stata seguita dalla sala operativa della Prefettura in stretto collegamento radio con i comitati operativi misti) del territorio di Monza, Carate Brianza e Vimercate. A Monza è stato testato il Piano del Comune con addestramenti notturni dei volontari.

"Anche in un momento ben lontano da un’alluvione – specifica Flaviano Regondi, responsabile Protezione civile per la Provincia – è opportuno testare i meccanismi e le sinergie delle persone che si devono abituare a lavorare insieme".

"Come sindaco – ha concluso Paolo Pilotto, primo cittadino monzese – ho vissuto l’esperienza di avere il Lambro alla gola, nel 2002 quando Monza dovette cedere un mezzo anfibio a San Maurizio al Lambro, messo peggio di noi. Per questo ho cominciato a studiare la ciclicità delle piene del Lambro nei decenni".