REDAZIONE MONZA BRIANZA

Per Slow Food c’è solo “La Piana“

Il locale di Gilberto Farina premiato per vini, prodotti e cucina

L’infallibilità notoriamente non è una virtù degli umani. E quindi, per logica, non può certo appartenere ai critici gastronomici. Ma i loro giudizi spesso pesano sull’immagine e sui bilanci dei ristoranti ma anche sull’interesse dei turisti gourmand.

E allora fa specie l’assenza quasi totale della Brianza monzese dalla nuovissima “Osteria d’Italia 2023“ presentata ieri a Milano, la guida di Slow Food che premia i locali del Belpaese meritevoli per l’attenzione alle materie prime e alla cucina del territorio. Assenza quasi totale perché in effetti una rappresentanza c’è tra le pagine di quella che è considerata una Bibbia del famoso movimento creato da Carlin Petrini. Ma, appunto, è infinitesimale. Sono 42 le trattorie, le locande e i ristoranti della Lombardia che compongono in gotha della buona tavola secondo Slow Food. Bene, nella provincia targata MB solo un’osteria ha il privilegio di essere presa in considerazione. E ancora una volta, come nell’edizione 2022, si tratta dell’osteria La Piana, il locale che il bravo Gilberto Farina ha aperto a Carate Brianza, segnalazione che la guida spiega definendo il titolare "cuoco professionista fortemente attaccato alla terra" ed eleggendo il suo locale come "bella realtà della Brianza". Tra i meriti citati, l’utilizzo di Presìdi Slow Food e l’accurata ricerca dei vini. E la sua cucina? Promossa alla grande. Grazie all’introduzione dei violini di agnello brianzolo tra gli antipasti; alle carni preparate secondo tradizione; all’offerta di mondeghili, riso al salto, casoeûla e rustisciada. La chicca: la trilogia di pesce di lago. Il top: i formaggi che Gilberto va a scovare direttamente nelle malghe lombarde. Parola di Slow Food: una selezione casearia che vale il viaggio.

P.G.